Il Vescovo di Noto: “Apriamo i conventi ai migranti”

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“Apriamo i conventi chiusi alla solidarietà. A cominciare dal Seminario diocesano”: Questo l’appello del vescovo di Noto, Antonio Staglianò, per venire incontro ai migranti e non solo. “In obbedienza a Papa Francesco, laddove ci sono strutture chiuse che possono essere utilizzate per l’accoglienza, dobbiamo aprirle alla solidarietà. A Scicli – afferma – c’è un grande monastero e ho già dato mandato al direttore della Caritas di adoperarsi insieme col sindaco in modo da metterlo a disposizione della Prefettura. Anche a Noto un’ala del seminario monumentale, oggi chiusa e fatiscente, potrebbe essere organizzata per accogliere questi nostri fratelli”.
“Sono pronto – continua Staglianò – ad aprire anche l’episcopio dove vivo e a mettere a disposizione di questi nostri fratelli gli spazi disponibili perché l’emergenza attuale mi chiede questo. Ciò, sia chiaro, vale per i profughi e anche per le forme di povertà presenti nelle nostre città. Ci sono tanti casi in cui, a prescindere dal fatto che ci siano interventi economici da parte dello Stato, dobbiamo agire perché siamo essere umani e abbiamo il dovere cristiano e civile di dare solidarietà. Il cristiano accoglie ed è generoso, lo fa gratis, non per averne un profitto. Sia a Pozzallo, sia a Portopalo sia ora a Scicli, anche nei tempi passati c’è stata grande solidarietà nei riguardi dei profughi”.
Per monsignor Staglianò, quello dei migranti è un fenomeno sociale, politico ma soprattutto umano destinato a continuare: “Il fatto che queste persone vivano condizioni economiche di grande disagio, siano perseguitati o quant’altro e arrivino da noi privi di tutto, non vuol dire che non siano nostri fratelli, come tali degni di rispetto e di accoglienza. È inutile sostare sulle motivazioni che li hanno portati nelle nostre coste o su ciò che la politica internazionale possa e debba fare – incalza – Ci sono luoghi appropriati perché si discuta di questo e si trovi una soluzione. Oggi il fenomeno urge nella concretezza di un’accoglienza doverosa da parte nostra. Che fare? Come ho detto nell’assemblea conclusiva del convegno pastorale, da credenti la risposta ce la da il vangelo: Dio in Gesù dice che dobbiamo coinvolgerci in prima persona”.
Il convento di Scicli sarà la prima struttura religiosa a ospitare i migranti sbarcati nei giorni scorsi sulle coste siciliane. L’immobile, fino a tre anni fa occupato dalle suore mercedarie, è attualmente chiuso ma in buone condizioni. L’economo della curia di Noto lo ha riaperto ieri per una verifica della situazione dell’edificio. Vi potrebbero essere intanto trasferiti, appena sarà accertata la ricettività del convento, alcuni dei migranti attualmente ospiti del Centro di prima accoglienza di Pozzallo.