Dopo essere proseguite tutta la giornata di ieri e questa notte, le operazioni di salvataggio o recupero dei corpi delle vittime del tragico naufragio di ieri a largo di Lampedusa, sono state sospese a causa del mare grosso.
Secondo le ultime cifre fornite dalle agenzie, i corpi recuperati in mare sono stati 111, ma il numero potrebbe salire ancora molto nelle prossime ore: le persone salvate sono 155, e ci sono ancora decine di dispersi.
Sono decine i corpi rimasti imprigionati nello scafo affondato a 47 metri, al limite della profondità operativa dei soccorritori.
Gli investigatori hanno già fermato uno dei presunti responsabili di questa tragedia, un tunisino di 35 anni indicato come lo scafista del barcone della morte, che deve rispondere di omicidio plurimo e favoreggiamento.
Nel frattempo sono state chiarite le cause del naufragio. Alle 4 del mattino qualcuno avrebbe cosparso di gasolio una coperta, dandole fuoco: le fiamme si sarebbero diffuse rapidamente per tutta la nave e i migranti si sarebbero spostati tutti sul lato sinistro per chiedere aiuto ai pescherecci in lontananza diretti verso sud. Lo spostamento del peso avrebbe provocato il ribaltamento della nave, e tutte le persone stipate negli anfratti della stiva sarebbe morte praticamente subito.
Il governo ha proclamato un giorno di lutto nazionale e riferirà in Parlamento.
Riguardo l’atteggiamento dei lampedusani di fronte alle operazioni di soccorso, Alfano ha scritto su Twitter di voler proporre l’assegnazione del premio Nobel per la pace all’isola di Lampedusa, aggiungendo di essere pronto a fare una grande battaglia.
La raccolta di firme per questa proposta, in realtà, era già partita su iniziativa de L’espresso e di Repubblica e sta correndo velocemente sul web (ecco il link).