Esprimiamo la nostra preoccupazione, come fatto altre volte in questi anni, in merito alla situazione finanziaria complessiva del Comune di Modica.
Il recente provvedimento conseguente allo sforamento del patto di stabilità interno per l’anno 2012, che riduce di oltre cinque milioni di euro i trasferimenti dello Stato nei confronti del Comune di Modica e la recente deliberazione della Corte dei Conti sul rendiconto del 2011, nella quale si confermano le gravi criticità nei confronti del Comune, sono gli ultimi atti in ordine di tempo di una situazione finanziaria difficilissima.
Riteniamo che è prioritario ed urgente un impegno forte, anche in collaborazione con altri comuni della provincia interessati allo sforamento del patto di stabilità, affinché la normativa sulle sanzioni venga modificata, in modo da recuperare cinque milioni di euro nel bilancio di quest’anno.
In questo senso, rivolgiamo un invito al Presidente del Consiglio Comunale perché inserisca nell’ordine del giorno della riunione del Consiglio Comunale di martedì prossimo il punto proposto relativo ad una mozione di indirizzo nei confronti del Parlamento.
Ma anche ad ottenere quanto richiesto, ciò non è sufficiente a fronteggiare l’emergenza finanziaria.
Da parte sua l’Amministrazione Comunale dovrebbe concentrarsi in una strategia composta dalla ricerca di maggiori entrate e dalla riduzione della spesa; invece non possiamo non rilevare che, in contraddizione con il quadro complessivo, sembra non si tenga conto dei vincoli e delle ristrettezze di bilancio, come quando si annuncia, ancora in questi ultimi giorni, come riportato dalla stampa, la volontà di entrare a fare parte del Consorzio Universitario di Ragusa o l’erogazione di contributi ad enti ed associazioni. Nel primo caso il Comune dovrebbe sobbarcarsi di altre decine di migliaia di euro l’anno per la quota di adesione, mentre nel secondo caso, in sede di approvazione del piano di riequilibrio, al fine di garantire il rientro dal debito a suo tempo maturato, non solo furono drasticamente ridotte le spese obbligatorie, ma furono abolite tutte le spese discrezionali e facoltative.
Il piano di riequilibrio adottato a dicembre dell’anno scorso, ma non ancora esitato dal Ministero, il preoccupante disavanzo del bilancio 2012, pari ad oltre ventiquattromilioni di euro, e la cronica lentezza nelle riscossioni tributarie, confermata anche quest’anno, impongono a tutti una attenta e rigorosa politica finanziaria.