Nel 2013 il numero degli appalti in Sicilia è crollato del 44%. Questo dice l’Ance Sicilia, che ha prodotto un report dettagliato sullo status dei cantieri e delle gara d’appalto bandite in questi anni.
Le province più penalizzate negli importi in gara sono state Siracusa (8,07 milioni contro gli 82 dello stesso periodo del 2012, pari a -90,18%) e Ragusa (2,1 mln a fronte dei 16,8 del 2012, -87,03%). Mentre quelle che segnano un inversione di tendenza, registrando un aumento degli importi sono state Catania, Caltanissetta e Trapani. Se, invece, si tiene conto del numero delle gare, tutte le province siciliane segnano dati negativi rispetto al 2012, ad eccezione di Catania (+26,6%) e Palermo (+11,4%).
“Se nei primi 8 mesi del 2008 – si legge nello studio – furono bandite 573 gare (-29,90% rispetto alle 818 del 2007) per un importo di 480,5 milioni di euro (-46% su 890 mln dell’anno precedente), nello stesso periodo di quest’anno sono state proposte al mercato appena 171 opere (-22,97% sulle 222 del 2012) per un importo totale di 196 milioni di euro (-44,16% rispetto ai 351 mln dello stesso periodo del 2012). Dal 2007 al 2013, nei due quadrimestri presi in esame, la flessione media annuale è stata costantemente di circa il 30%”. Dei 196 milioni di euro messi a gara quest’anno, 34,6 sono concentrati solo su 4 opere con importo superiore alla soglia di interesse comunitario (5 milioni): il raddoppio della linea di trattamento biologico del depuratore della raffineria di Gela (5,5 mln), il centro commerciale Roccella a Palermo (7,6 mln), la condotta fognaria tra Acicastello e Catania (15,8 mln) e i lavori lungo la SP28 “Panoramica” di Enna (5,5 mln).