IL CHIARO
Estate: tempo di relax, di vacanza, di ore di luce prolungate che portano al desiderio di sfruttarle appieno, maggiori occasioni di incontro proprio in virtù delle serate più calde. Insomma, per molti un’occasione per “ricaricare le pile” o per ritrovarsi più spesso con gli affetti, tuttavia…
LO SCURO
…Tuttavia, non per tutti il tempo della vacanza rappresenta soltanto beneficio, specie in tempo di crisi, in un periodo in cui molti non si sono potuti permettere ferie prolungate o in località di mare.
Per alcune persone, infatti, è proprio nei mesi estivi che si sono manifestate particolari forme di malessere che possono avere cause “organiche”, “psicologiche” o “miste”.
Sul versante “organico”, vari sono i fattori da chiamare in causa: la maggiore luminosità estiva e le temperature più elevate conducono con sé problematiche fisiche legate al mantenimento dei delicati equilibri ormonali e dei neurotrasmettitori (ad esempio, il cortisolo, l’ormone dello stress, che viene prodotto in maggiori quantità per far fronte al maggiore fabbisogno di energia dell’organismo, così come, alla stessa maniera, aumenta la produzione di melatonina e di serotonina). Fra le conseguenze più immediate: nervosismo, alterazioni dei ritmi sonno-veglia, sbalzi di umore, ansia marcata, disordini alimentari con conseguente incremento di problematiche gastrointestinali.
Da un punto di vista più propriamente psicologico, invece, il periodo estivo può rappresentare un momento in cui alcuni nodi vengono al pettine.
Può emergere, ad esempio, un senso di isolamento e solitudine, oppure la difficoltà a stare con sé stessi oltre che con gli altri: avere molto tempo a disposizione può disorientare e, invece di accrescere il benessere e il relax, può acuire un disagio e amplificare un malessere profondo, specie quando l’auto-sostegno o il sostegno ambientale vengono a cadere…
Inoltre, avere più tempo a disposizione da trascorrere col partner, modificando i ritmi consueti invernali, invece di rappresentare un momento per ritrovarsi, può in taluni casi incrementare discussioni e divergenze o dare vita ad escalation pericolose di aggressività.
Aspetti psicologici possono, infine, avere anche effetti sul piano corporeo: il modo di “leggere” variazioni climatiche (come il caldo, l’umidità, maggiore luminosità) può avere effetti negativi su chi già soffre di disturbi di ansia, acuendo in special modo i sintomi respiratori, cardiovascolari o pseudo-neurologici (fame d’aria, tachicardia, palpitazioni, senso di svenimento, ecc.).
Accade così che, per alcuni, la fine dell’estate rappresenta un beneficio, quasi un sollievo garantito dal ritorno a ritmi più conosciuti e “normali”.
Se, però, il malessere persiste, può rendersi utile un consulto medico o psicologico per capire se, per caso, i ritmi estivi abbiano solo contribuito a far emergere problematiche più complesse e potenzialmente più durature.
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La rubrica “ChiarOscuro” è curata dalla dott.ssa Daniela Maimone, psicologa e psicoterapeuta – www.psicologiaepsicoterapia.it –
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