Mons. Urso: “San Giovanni è una festa del popolo”

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Il patrono San Giovanni Battista è tornato a “benedire” la città con la processione solenne nel giorno di memoria del Martirio. Un rito antico, con chilometri di “cera” per le vie de centro. In tanti hanno percorso la processione scalzi, per una grazia ricevuta o una richiesta di aiuto e protezione. La giornata della festa si è aperta con la celebrazione solenne delle 11, in Cattedrale, presieduta dal vescovo, Paolo Urso, con centinaia di fedeli. In prima fila le autorità. A loro il presule ha dato il suo saluto. “In maniera particolare – ha detto – a chi per la prima volta si unisce a questa nostra celebrazione eucaristica per la festa del patrono in rappresentanza della città. Quella di San Giovanni è una festa di popolo ed è bello che qui vi siano coloro che sono vicini ai sogni, alle difficoltà, alle idee della gente”. Tutta l’omelia è stata incentrata sulla figura profetica del Battista e sulla creazione di vincoli di solidarietà. Il profeta – ha detto il vescovo – è colui che presta la voce a Dio, ma non solo la voce anche la vita. Perchè non bastano le parole occorre dire e fare. Perchè non basta dire a Dio metti la tua parola sulla mia bocca se poi non vivo con la mia vita in maniera concreta quello che annuncio. In questo senso San Giovanni è stato un profeta autentico, un profeta coerente, la sua vita è un indicatore di marcia per noi, un pungolo a comportarci in una certa maniera. Noi vogliamo come lui essere profeti in maniera piena. Ma vi chiedo e mi chiedo, oggi la nostra società, la nostra città, la nostra comunità ecclesiale, i gruppi, i movimento, di quale profezia abbiamo bisogno? Se guardiamo all’esperienza finale di San Giovanni noi ci accorgiamo che si crea una rete. La sua morte non si può attribuire ai soldati che hanno eseguito l’ordine di decapitarlo. Ma c’è colui che diede l’ordine di farlo. Erode fu spinto e sollecitato da Erodiade. E poi c’è la figlia che chiede alla madre cosa domandare ad Erode, una persona che chiede la testa di un’altra. Si forma, quindi, una rete di solidarietà nel male, nell’offendere l’uomo. Una rete che si mette in moto per chiudere la bocca a questo profeta. Noi, invece, vogliamo essere testimoni e promotori di una solidarietà diversa, una solidarietà per la vita. Uso il titolo di un musical per lanciare oggi un invito a tutti noi, me compreso: Aggiungi un posto a tavola. Ciascuno di noi veda in quali forme. Ma in questo modo potremo dire a qualcuno tu non mi sei estraneo, in questo modo io profetizzo una solidarietà diversa, una solidarietà che include, che accoglie”. Nel pomeriggio la processione con la statua del santo, accompagnata dai portatori e da decine di migliaia di fedeli. Ad aprire il corteo liturgico l’Arca santa con le reliquie. A tarda sera il rientro in Cattedrale.

 

[Fonte: Giornale di Sicilia]