Invece di andare a lavorare usufruendo dei permessi dal suo regime di detenzione domiciliare va a trovare il suo nemico e gli sfonda l’auto a colpi di catena. Protagonista della “resa dei conti” un 38 enne pescatore tunisino residente a Pozzallo. Mohamed Krifa, il nome dell’arrestato, si trovava agli arresti domiciliari per essere stato preso la scorsa estate nel corso di una operazione contro l’immigrazione clandestina che aveva permesso di individuare una rete criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sette uomini finirono in manette per aver fornito sostegno logistico ad alcuni migranti provenienti dal nord Africa sbarcati sulle coste ispicesi di contrada Cirica. Il tunisino era riuscito ad ottenere il permesso di uscire di casa per recarsi ogni giorno al moletto di Sampieri dove lavorava come pescatore. Lo scorso martedi invece di andare a lavoro si è fermato al Porto di Pozzallo per andare a cercare alcuni colleghi sciclitani con i quali aveva avuto un violento alterco qualche giorno prima per motivi legati al loro lavoro. Arrivato sul posto e armato di una grossa catena di quasi due metri ha prima minacciato i pescatori e poi si è scagliato con violenza contro l’auto di uno di loro fracassandone i vetri e danneggiando la carrozzeria. Una volta sbollita l’ira è andato a Scicli a trovare il suo datore di lavoro. I carabinieri della stazione di Pozzallo lo hanno subito individuato e ricondotto agli arresti domiciliari. Lo straniero è accusato di evasione dagli arresti domiciliari, rissa, ingiuria, minaccia aggravata, danneggiamento aggravato, porto di oggetti atti ad offendere.
In un’indagine parallela i militari dell’arma stanno accertando le responsabilità degli altri tre uomini coinvolti nella rissa che aveva provocato la voglia di vendetta di Kalifa.