Riforma Tribunali, appello dai Fori minori: “Rimandare di un anno o mantenere le sedi”

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Prosegue la battaglia per salvare il Tribunale di Modica e si inserisce in quella più generale che i fori minori stanno conducendo a livello nazionale per invitare il Governo a riflettere sulle modalità di attuazione della riforma della geografia giudiziaria.

Oggi il Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori ha infatti inoltrato al Ministro della Giustizia una articolata nota nella quale ha evidenziato alcune tra le tantissime criticità che la revisione delle circoscrizioni sta generando, avviando al collasso il già agonizzante sistema giurisdizionale del Paese.
Le osservazioni attengono sia ai risvolti economici degli accorpamenti sia alla efficienza degli Uffici.
Il Coordinamento ha evidenziato il dettaglio delle spese che sarà necessario sostenere per l’accorpamento delle sedi giudiziarie e ha affrontato anche il tema del destino che attende le strutture edilizie giudiziarie di numerosi sedi in corso di soppressione , strutture ancora nuovissime ed efficienti, costate ai contribuenti milioni e milioni di euro: è proprio il caso del Tribunale di Modica, inaugurato nel 2004, costato ben 12 milioni di euro alla collettività.

“Anche i costi delle notificazioni e delle esecuzioni – si legge nella nota del Coordinamento – aumenteranno, numeri alla mano, fino a 11 volte e questo non solo per Cittadini , Enti e Imprese ma anche per lo Stato. Una immensa quantità di denaro pubblico che, in maniera invisibile e in milioni di rivoli, lascerà le casse già povere di via Arenula”.
La nota segnala poi al Ministro che “la manovra è stata giudicata in termini estremamente negativi dall’Istituto di Ricerca sui Sistemi Giudiziari e che il recente rapporto dell’OCSE, affrontando l’esame della Giustizia civile, non ha nemmeno considerato l’argomento delle dimensioni e del numero degli Uffici giudiziari, con questo ritenendolo del tutto ininfluente”.
Non è mancato il richiamo alla recente decisione del Consiglio d ‘Europa che, se si è espresso in termini positivi in merito a “una” redistribuzione dei Tribunali sul territorio , nulla ha considerato in merito “alla” riforma in atto, pretendendo comunque che essa si avvalga del contributo di tutti i soggetti interessati, contributo che in Italia è mancato del tutto, perché non richiesto, anzi impedito.

Le circostanze evidenziate – conclude la nota del Coordinamento, a firma del Presidente Walter Pompeo – hanno indotto a richiedere al Ministro di ritardare almeno di un anno l ‘avvio della revisione  sì da permettere una ampia riflessione indispensabile a consegnare al Paese una proficua riforma. La subordinata è quella del mantenimento dei 31 Tribunali e delle relative Procure, ma anche delle 60 Sezioni distaccate , in particolare quelle dislocate in Comuni montani o insulari , già individuate dal Gruppo di studio in materia di revisione delle circoscrizioni giudiziarie”.