Come in un fortunato, quanto raro, allineamento di pianeti, ieri sera i talenti di Carmelo Chiaramonte, Ivano Fachin, Giovanni Robustelli e – a sopresa – Alfio Antico, si sono allineati regalando un’emozione irripetibile al pubblico di Cava Pietra Franco, che ha accettato di presentarsi all’appuntamento con “Conversazioni di cucina” senza alcuna certezza su ciò a cui si sarebbe ritrovato ad assistere. Un pubblico numeroso, attento e partecipe, che ha fatto un primo regalo già con il sold out al botteghino.
Proprio l’incontro, il piacere, il riconoscimento reciproco delle sensibilità, il piacere di ascoltare e di scoprire, di ascoltarsi e di scoprirsi, hanno tessuto il mood avvolgente e intimo della serata. Tanto che le molte ore trascorse a gustare buon cibo e ad ascoltare storie, sono parse quasi un “rapimento” che ha trascinato il pubblico fuori dal tempo, in una dimensione in cui è ancora possibile fermarsi, e incantarsi.
Ciò a cui spontaneamente ci spinge l’indole mediterranea, ovvero il rito di sedersi a tavola per raccontarsi a vicenda ciò che si è visto, assaggiato, bevuto, si è concentrato tutto intorno ad un padrone di casa e capotavola d’eccezione: Carmelo Chiaramonte, che si è divertito a ripercorrere lunghissimi viaggi fisici, mentali e gustativi.
Le erbe camminanti delle nostre campagne, i tonni del Mediterraneo cotti al fumo di timo, il riso siciliano estinto e risorto a Leonforte, cucinato con mandorle e vongole, e poi la caponata – “ricetta da equilibristi” – che è stata francese, ligure e sarda prima di diventare siciliana, e ancora il cibo di strada, il volo dei pollini, i “sorsi di fiori”: i racconti di Carmelo sono intrisi di una concezione del tempo che la maggior parte di noi tratta con imperdonabile distrazione.
L’amore per la bellezza vibra in ognuno di essi, sia che Carmelo si volti a guardare il paesaggio modicano spalancato ai piedi della cava di pietra – “che anche se lo conosciamo a memoria, non finiamo di ipnotizzarci guardandolo” – sia che voli a “respirare il profumo degli aranceti della piana di Lentini” o in ogni altro luogo in cui ci si possa mescolare ad odori, mani che si sporcano di terra e consumano miracolosi tantra gastronomici, ritratti di vita.
Ritratti, come quello di Francesco Bonajuto, il cui “spirito” è stato l’ospite d’onore della serata ed è venuto a regalare ai commensali quei dolci di semplice e inarrivabile bontà che facevano la felicità dei bambini ospiti del suo cortile: i fichi appena maturi, con le caramelle di carrubo.
I suoi eredi, Franco e Pierpaolo Ruta, hanno scelto questa serata speciale per realizzare un sogno coltivato da tempo: presentare un cioccolatino “segreto”, proposto all’assaggio con il gioco di indovinarne gli ingredienti.
Un mistero presto risolto, anch’esso in un viaggio di terra e di mare: si tratta infatti di una nuova pralina, che in un guscio di cioccolato al sale Bonajuto custodisce un cuore di cioccolato bianco e alghe, con un pizzico di bottarga in polvere. Magnifico compimento di una serata preziosa.
E ancora ritratti, nei video scelti per la serata da Ivano Fachin: l’anteprima del trailer di “Americazuela”, naturalmente “Gelati e Granite” reduce dal Festival di Marzamemi, e alla fine, un piccolo e inedito ritratto di Luigi Baglieri, l’ultimo cioccolatiere ambulante di Modica.
Sulla battitura delle sue tavolette – quel momento intenso che quasi evoca suggestioni ancestrali – si è accordata la musica di questa notte: le note improvvisate alle percussioni da Alfio Antico, inseguite dai segni improvvisati sulla carta da Giovanni Robustelli, in un nuovo viaggio di storie cantate e visioni di sogni.
Stupito e commosso, il pubblico di “Conversazioni di cucina” ha contribuito con la sua partecipazione alla raccolta fondi per il docufilm “MIRRORS” di Ivano Fachin, a sancire l’ottima riuscita di questo esperimento di “arte che aiuta l’arte”, come innovativo processo di crowdfunding al servizio della cultura.
Il progetto di “MIRRORS” è stato presentato da Ivano Fachin proprio ieri sera: si tratta di uno studio sul rapporto dell’uomo con l’immagine di sé, che girerà tutto il mondo e tutte le culture alla ricerca del filo rosso di un’umanità che, specchiata, vede se stessa.
La serata è stata possibile grazie all’iniziativa di Akash Produzioni, che nasce proprio per promuovere la realizzazione di Mirrors e di altri progetti culturali e il cui cuore operativo è Saoussen M’Saddak: grazie a lei è stato possibile il coinvolgimento degli artisti, degli sponsor (Valle dell’Acate, Poggio di Bortolone e Despar), dei partner tecnici (Red Motion) e naturalmente di tutti gli ospiti.