Cpa al collasso, clandestini trasferiti in palestra

1

Da qualche giorno era nota alle forze dell’ordine la presenza di diverse carette del mare, con a bordo clandestini, nel canale di Sicilia. Ieri mattina, intorno alle nove e mezzo, è stato dato l’allarme di un’imbarcazione a poco meno di 50 miglia a sud dalla costa di Pozzallo. Attivato il dispositivo, si è proceduto ai soccorsi. Innanzitutto i clandestini, 98 in tutto, sedicenti somali, richiedenti asilo politico, sono stati trasbordati a bordo del rimorchiatore della Capitaneria di Porto. I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno verificato la presenza di due donne incinte e di altre quattro persone che necessitavano di cure mediche. Dunque, azionato il dispositivo di soccorso, è stata la motovedetta della capitaneria a portare a riva, subito, i sei; successivamente è giunto sulla banchina del porto il rimorchiatore con a bordo gli altri immigrati. In tutto sono 98, di cui tredici donne. Le donne incinte, una delle quali avrà un parto gemellare, sono state trasferite d’urgenza agli ospedali di Ragusa e Modica. Gli altri quattro clandestini, che hanno accusato malori, sono stati accompagnati nelle due strutture sanitarie e già sono stati dimessi. Gli immigrati, prima sono stati accompagnati al cpa di Pozzallo, poi è stato allestito il ricovero nei locali della palestra, sempre del comune marinaro. Un trasferimento risultato necessario considerato che il cpa ha già superato il numero massimo consentito di presenze con gli sbarchi delle scorse settimane. Rifocillati, i clandestini sono stati sottoposti ai rilievi foto-dattiloscopici e interrogati dagli investigatori, per verificare le informazioni relative allo sbarco. Pare che i migranti, secondo quanto dagli stessi riferito agli inquirenti, siano partiti qualche giorno prima da un porto della Libia, versando diverse migliaio di euro al sodalizio criminale che avrebbe provveduto all’organizzazione del viaggio. Al momento, non sarebbero stati individuati a bordo presunti scafisti, ma l’attività di verifica è ancora in atto.