Il momento tanto atteso è arrivato: oggi la Scuola di Enogastronomia Mediterranea NOSCO di Ragusa ha dato avvio ai propri corsi. I primi 15 allievi a entrare nella prestigiosa struttura ospitata presso l’Antico Convento dei Cappuccini di Ibla sono quelli del 1° Corso di Cucina Mediterranea, mentre il 1° Corso di Sala e bar inizierà a settembre.
Al “primo giorno di scuola” hanno partecipato anche i “padri” istituzionali della Scuola, ovvero innanzitutto la Diocesi di Ragusa e la Fondazione San Giovanni Battista, oltre all’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Ragusa Stefano Martorana, che ha espresso la propria “gratitudine per aver recuperato una struttura di questa importanza e di questo valore, determinando un arricchimento per tutta la città”.
Il Presidente della Fondazione San Giovanni Tonino Solarino ha dichiarato: “Oggi sono tanti i motivi di gioia. Pensiamo innanzitutto a questi allievi: non nascondiamo di aver avuto un momento di trepidazione all’idea di far partire il primo corso proprio in estate, ma la loro motivazione è stata più forte. Anche con loro condividiamo l’ambizione di creare una scuola che possa nel tempo consolidarsi e diventare volano di promozione della straordinaria tradizione enogastronomica del territorio: mi piacerebbe che questo diventasse un luogo di sapori e di saperi, un luogo in cui si rispetta la tradizione ma si ricerca anche l’innovazione, un luogo dove realizzare un’esperienza di qualità totale”.
Il Vescovo di Ragusa, Mons. Paolo Urso, ringraziato “tutti coloro che hanno permesso ai sogni di diventare realizzazioni” e si è poi rivolto agli allievi: “Siate esigenti e siate appassionati, qui non vogliamo fare cose mediocri ed è giusto che voi vi aspettiate molto da coloro che vi guideranno in questo percorso. Vi faccio il mio augurio affinché questa esperienza possa esservi davvero utile”.
Il Direttore della scuola Nosco, lo chef Peppe Barone ha infine spiegato la filosofia di questa nuova istituzione: “Per questo obiettivo molte persone hanno lavorato, per molto tempo. Non mi riferisco solo al progetto in quanto tale, ma a tutte quelle persone che hanno fatto sì, negli anni, che la tradizione enogastronomica di questo territorio si trasformasse in eccellenza. Un cuoco non è altro che un mediatore tra la terra e colui al quale vuole raccontarla. La provincia di Ragusa ha, in questo senso, una marcia in più: la nostra gente conserva un legame profondo con la propria terra e ha la naturale propensione a esprimerla. La coerenza sarà la parola chiave del nostro percorso. Noi non vogliamo insegnare solo tecnica, vogliamo formare i nostri allievi alla responsabilità di ciò che fanno: ogni piatto che si porta in tavola è un messaggio, ed è un dono. Ogni cuoco non lavora per se stesso, ma per gli altri: pensarci come coloro che hanno il compito di interpretare al meglio il territorio e le sue tradizioni, ci porrà su un livello più alto. Inoltre vogliamo che questo sia un luogo aperto al Mediterraneo, al confronto e allo scambio culturale”.