A stagione estiva ormai inoltrata, finisce – almeno momentaneamente – l’incubo per il “Marsa Siclà”. La Corte di Cassazione ha stabilito il dissequestro e ieri sera sono stati tolti i sigilli dopo ben sei mesi (il sequestro risale al 19 gennaio scorso): la struttura è stata di fatto restituita alla proprietà, che è stata assistita dall’avvocato Enzo Galazzo e al terzo grado di giudizio dall’avvocato Giorgio Floridia.
Oggi è previsto un altro incidente probatorio ad opera dei tecnici Consiglio Nazionale delle Ricerche di Catania, incaricati dal consulente tecnico Fulvio Delucchi, nominato dal Gip di Catania, ma i proprietari e i lavoratori potranno accedere nella struttura per cominciare a rimetterla in moto.
Per ben due volte, l’ultimo in maggio, il Tribunale del Riesame di Catania, aveva rigettato le richieste di dissequestro della struttura.
Ora anche “Baia Samuele” e “Marispica”, gli altri due villaggi coinvolti nell’indagine sull’inquinamento delle acque, potrebbero essere presto dissequestrati, ridando speranza a tutti i quasi 400 dipendenti.
Intanto a tirare un sospiro di sollievo sono i lavoratori del Marsa Siclà.
Nel frattempo, però, dopo il rogo dello chalet di qualche settimana fa, il villaggio è stato anche preso di mira dai ladri, che hanno portato via centinaia di metri di cavi elettrici, per un valore complessivo di circa 80 mila euro.