Scoppia la polemica sul Piano di riequilibrio. “Abbate si prenda le sue responsabilità”

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Prima seduta del Consiglio comunale e prima polemica. Dopo la bocciatura da parte del Collegio dei Revisori dei Conti alla delibera portata dalla Giunta per la rimodulazione del Piano di riequilibrio e la decisione della maggioranza di rinviare la seduta a lunedì, i consiglieri comunali della Lista Pd (Giovanni Spadaro, Carmelo Cerruto, Ivana Castello) e della lista “Una marcia in più” (Vito D’Antona, Tato Cavallino) si sono appellati al Presidente del Consiglio Roberto Garaffa “affinché valuti, in piena autonomia,  la possibilità di convocare in via straordinaria il Consiglio Comunale per domenica 14 luglio, al fine di mettere al riparo l’adempimento di modifica del piano“.

Dopo avere fatto scorrere inutilmente circa quindici giorni dal suo insediamento – hanno scritto i Consiglieri –  e dopo avere azzerato tutti i vertici dell’apparato  amministrativo del Comune,  compreso il settore finanziario proprio alle prese con la rimodulazione del Piano di riequilibrio, da approvarsi inderogabilmente entro  il 14 luglio, a seguito della positiva concessione del prestito da parte della Cassa Depositi e Prestiti, l’Amministrazione Comunale adotta l’11 luglio un provvedimento che ottiene il parere non favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti.  La preoccupazione sull’incertezza del termine effettivo della scadenza ed i tempi occorrenti per il recupero di una nuova proposta sono stati alla base della richiesta della minoranza di aggiornare i lavori del Consiglio nella stessa giornata di sabato, al fine di evitare che eventuali irregolarità, anche formali, della modifica al Piano potessero fare riemergere il pericolo, non scongiurato, del dissesto finanziario“.

Nel frattempo l’ex assessore al bilancio Giuseppe Sammito, dopo le accuse di Abbate rivolte alla precedente Amministrazione (leggi qui), rilancia con un suo documento, invitando il nuovo sindaco a prendersi le proprie responsabilità:

 

La precedente Amministrazione Buscema ha lasciato al Comune e alla città un bilancio ordinato e tutti gli strumenti per completare il risanamento dell’enorme debito che era stato ereditato dal passato. Il Piano di riequilibrio e la liquidità concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti mettono il Comune nelle condizioni di saldare tutti i propri creditori e di programmare il rientro dal debito nell’arco di un tempo lungo e sostenibile dal punto di vista finanziario.

Il precedente Consiglio comunale non poteva provvedere alla rimodulazione del Piano di riequilibrio finanziario per il semplice fatto che le somme della Cassa Depositi e Prestiti sono arrivate quando si era ormai in piena campagna elettorale e il consesso non poteva più essere convocato. Ma a parte le questioni formali, il punto pone questioni evidentemente politiche e sostanziali. Non si può nello stesso momento polemizzare con la precedente Amministrazione per le scelte fatte proprio con il Piano di riequilibrio – che si dice di non condividere – e poi appellarsi a quello che la precedente Amministrazione avrebbe dovuto fare, provvedendo essa stessa a modificarlo.

La rimodulazione del Piano di riequilibrio rappresenta, piuttosto, per la nuova Amministrazione (e sarebbe stato così per chiunque avesse vinto la competizione elettorale) l’occasione per compiere le proprie scelte strategiche e per raggiungere i propri obiettivi con le risorse esistenti.

Il nuovo sindaco, esattamente al contrario di quanto afferma, dovrebbe assumersi la responsabilità di gestire gli strumenti di cui ora il Comune dispone e di proseguire sulla strada del risanamento finanziario, provando alla città la bontà della sua azione amministrativa su atti davvero cruciali per la gestione della cosa pubblica. 

Il nuovo sindaco, avendo condotto una lunga campagna elettorale sostenendo che con lui si sarebbe posto rimedio a ciò che era rimasto senza rimedio e avendo continuato a ribadire questa convinzione anche nei primi giorni del suo mandato, dovrebbe ora assumersi la responsabilità di dimostrare di saper fare tutto quello che ha promesso di voler fare, attraverso gli atti possibili che gli sono offerti.

Il nuovo sindaco dovrebbe anche assumersi la responsabilità di aver fatto una scelta precisa riguardo al Dirigente del settore finanziario e quindi delle conseguenze dei tempi, dei modi e – in questo caso particolarissimo – pure della persona da lui individuata, in questa fase in cui era necessario avere il massimo della competenza, della consapevolezza e anche del senso della legittimità nella produzione degli atti.

Il nuovo sindaco dovrebbe infine assumersi la responsabilità di smetterla con la demagogia e di smetterla di dire che il precedente Piano prevedeva il licenziamento degli operai della SpM: il Piano prevedeva tagli dolorosi e ammortizzatori sociali per un tempo transitorio. Se anche a questo riguardo, così come al riguardo dei servizi sociali, della pulizia della città, ecc… lui ritiene di poter fare di meglio, lo faccia con gli strumenti di cui dispone il Comune: a cominciare dal Bilancio e dal Piano di riequilibrio, che tuttavia – come stamattina i Revisori dei Conti hanno ricordato a lui e al Consiglio – vanno redatti o modificati nel rispetto delle leggi contabili.

Il nuovo sindaco, insomma, si assuma la responsabilità di avere vinto le elezioni e di iniziare ad attuare con atti legittimi la sua politica. La città di Modica e tutti noi cittadini siamo in fervida attesa.
 

Giuseppe Sammito”