Tra pochi giorni si riunirà il nuovo consiglio comunale di Ragusa e sarà la prima volta il aula del neo consigliere del Pd Mario D’Asta. L’esponente dell’Area Renzi compie una panoramica su potenziali equilibri in aula, e dice la sua su ciò che sta accadendo nel Pd ragusano. Intanto ieri sera c’è stata una riunione di segreteria, rigorosamente a porte chiuse.
In tanti sostengono che la vicepresidenza del Consiglio comunale di Ragusa potrebbe essere appannaggio del Pd, di uno dei due consiglieri che apertamente aveva a suo tempo dichiarato di non sostenere l’ex candidato sindaco, quali le notizie in merito?
Considerato che questi ragionamenti non mi appassionano, ma rendendomi conto che sono necessari per l’architettura futura, e quindi per il funzionamento complessivo del prossimo consiglio comunale, posso solo affermare che nessun segnale è arrivato al PD dalla maggioranza di questo Consiglio comunale; laddove dovessero arrivare segnali di questo tipo provvederemo a valutarli, insieme al partito, e, ovviamente, anche con le altre forze di opposizione presenti in aula.
Si dice, bonariamente, che il sindaco Piccitto potrebbe contare in aula su una maggioranza di 22 consiglieri, includendo anche i due del Pd. Smentisci, ti astieni o rifiuti tale ipotesi?
Noi siamo stati eletti in una lista che sia politicamente, sia formalmente, sia tecnicamente, non sosteneva Piccitto, quindi, ipotizzare che, poichè noi abbiamo dissentito il 29 aprile nel coordinamento del PD di Ragusa, per la scelta di quella coalizione che non ci convinceva, proprio per la proposta politica che rappresentava, equivalga a dire che noi siamo con Piccitto, questo è un errore. Noi siamo all’opposizione, con un nuovo modo di intendere l’opposizione: una opposizione che abbiamo definito “per il Bene Comune della città”, una opposizione responsabile e costruttiva, tutta tesa al raggiungimento del Bene Comune, una opposizione non urlata, non aggressiva; ma se Piccitto proporrà atti forti e non condivisibili, per noi dannosi, cosa che tenderei ad escludere, nulla di strano che ci opporremo con veemenza. Faccio alcuni esempi: se Piccitto propone atti che noi valutiamo positivamente li voteremo senza esitare; se Piccitto propone atti che non ci convincono non solo votiamo contro, ma cercheremo di avere proposte alternative, e aggiungo, tenteremo noi di “incalzare” in modo propositivo il Sindaco con proposte utili per il presente e il futuro della nostra Città.
Con il trascorrere dei giorni, dopo l’avvenuta elezione del Sindaco e la conseguente dèbacle della opposta coalizione, dunque anche del Pd, continuano a registrarsi attacchi concentrici contro il vostro segretario e la stessa segreteria, o per lo meno ciò che ne è rimasto, dopo le dimissioni di quattro componenti. Le cose come stanno?
Nonostante le dimissioni di quattro componenti su dieci, e la permanenza non convinta degli altri componenti, considerate le assenze di alcuni esponenti durante il coordinamento di sabato scorso alla presenza del segretario regionale Giuseppe Lupo, dati i silenzi di altri e gli interventi di grande scetticismo di altri ancora, si registra un travaglio interno tutto interno al partito e alla segreteria di cui, a mio modo di vedere, dovrebbe prendere atto il Segretario, lanciando un segnale forte al PD e alla città tutta, che si aspetta segnali di forte discontinuità. Abbiamo bisogno di rilanciare sin da subito il partito, di avere una exit strategy per la condizione socio-economica della Città. Abbiamo bisogno di captare sin da subito le istanze di cambiamento e di rinnovamento che vengono dalla base e da Ragusa.
Eppure pare che richieste ufficiali di dimissioni non siano state avanzate o formulate per iscritto, nè al Segretario nè ai componenti di segreteria rimasti, o tutto, dobbiamo ritenere, sembra essere ammantato da richieste sottintese, perchè?
Le richieste ufficiali non vi sono state perchè ci aspettavamo che le dimissioni fossero l’effetto consequenziale di un progetto bocciato dalla Città, ma così non è stato. Noi elegantemente abbiamo fatto intendere le criticità messe in campo non solo nella proposta iniziale, ma anche delle contraddizioni venute fuori tra il primo e il secondo turno di ballottaggio, contraddizioni che ancor di più hanno fatto capire come questo progetto politico fosse più un messaggio di potere per il potere, piuttosto che il frutto di una proposta fatta per il bene della Città. Probabilmente non siamo stati chiari, ma di fatto rimane la bocciatura nei confronti della scelta compiuta dal PD. D’altronde a tutti i livelli e per situazioni, proporzionalmente meno importanti, relativamente a sconfitte consumate, si sono dimesse personalità politiche come Bersani, Veltroni, D’Alema, ma anche personalità del nostro territorio. Ed allora, mi chiedo, perchè il Segretario si ostina a non lasciare? Evidentemente continua a non percepire la sensazione della stragrande maggioranza delle persone che in città chiede discontinuità con questo PD. Il Segretario continua a sbagliare non solo politicamente ma anche personalmente, non rassegnando le dimissioni.