La vicenda della palazzina di via Trani finisce con la richiesta di rinvio a giudizio per l’ormai ex dirigente del settore Urbanistica del Comune di Modica, D.C., di un funzionario dello stesso ufficio e responsabile del procedimento, G.A., oltre che di D.R.S. e D.R.M., proprietarie del terreno su cui è stata rilasciata la concessione edilizia per la costruzione dell’immobile, oggetto di tante polemiche.
Dopo il decreto di sequestro preventivo del terreno e del cantiere emesso dal Gip, il Procuratore della Repubblica di Modica, Francesco Puleio, ha chiesto al Giudice dell’udienza preliminare il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio.
I proprietari avevano chiesto ed ottenuto dal Comune di Modica la concessione edilizia per la realizzazione di un edificio per civile abitazione, procedendo ai primi lavori di spianamento e movimento terra. Le indagini avevano accertato che la concessione edilizia sarebbe stata rilasciata omettendo ogni valutazione circa le conseguenze che la realizzazione dell’edificio avrebbe avuto sulla regimentazione delle acque. Infatti, l’edificio sarebbe sorto in una zona di impluvio naturale dove convoglia buona parte delle acque piovane (superficiali e di infiltrazione) di tutto il bacino sovrastante la Via Trani, oggi fortemente urbanizzato. Il cantiere del costruendo immobile, come si evince anche dagli ulteriori accertamenti svolti dal settore Geologia della Provincia Regionale di Ragusa, avrebbe modificato i profili dell’impluvio e avrebbe ristretto la sezione naturale del cosiddetto letto di piena e/o di magra con possibili rischi geomorfologici ed idraulici dei luoghi e con processi di erosione accelerata, in occasione di eventi piovosi critici e non solo. Le indagini avevano tra l’altro documentato quanto accaduto nell’agosto 2012, allorquando, a seguito di un violento temporale, le acque piovane provenienti dalle vie sovrastanti e dalle traverse della Via Trani, l’avevano trasformato in un unico fiume in piena con allagamenti che hanno creato non poco allarme negli abitanti della zona, i quali erano già preoccupati per i pericoli per l’incolumità pubblica che l’edificazione di quel fondo poteva comportare.