L’inchiesta, condotta dal 2010 dalle fiamme gialle, riguarda la costruzione di un villaggio di 95 villette sorte in via Rocciola Scrofani e mira a fare luce su presunti mutamenti dei progetti definitivi, risultati difformi rispetto a quelli originari per i quali era stato concesso il finanziamento a mutuo agevolato per l’edilizia di cooperativa popolare, con variazione, pertanto, dei parametri dimensionali. Tra i 100 indagati i proprietari delle villette, i presidenti delle cinque cooperative che compongo il villaggio, la “Amicizia”, la “America”, la “Trinacria”, la “Quasimodo” e la “Montale”, uno dei quali sarebbe un impiegato dell’ufficio tecnico del comune di Modica, la ditta costruttrice ed il direttore dei lavori. Il rischio per i proprietari delle villette qualora ne venisse accertata la responsabilità è quello di vedersi portata via la casa o di doverla ricomprare nuovamente. In queste ore la magistratura inquirente sta provvedendo alla notifica degli avvisi di conclusione delle indagini. Gli interessati avranno, quindi, una ventina di giorni per presentare atti probatori a discolpa, per “convincere” il pubblico ministero all’archiviazione. Il danno erariale accertato è di 7 milioni e 600 mila euro, circa 80 mila euro per villetta. A tanto ammontava il finanziamento pubblico ottenuto. Il modus operandi secondo gli inquirenti era il seguente. Nel progetto originale, presentato per ottenere dalla Regione il mutuo a tasso agevolato, vi erano presenti i cosiddetti vuoti tecnici, intercapedini di circa 50-60 cm tra il muro della casa e la roccia che servono per i controlli periodici sulla stabilità della costruzione e per evitare che il contatto diretto tra la muratura e la roccia faccia filtrare umidità. In realtà questi vuoti tecnici non venivano rispettati per ottenere una maggiore superficie. Inoltre alcuni degli indagati avrebbero trasformato il piano interrato da garage a civile abitazione, falsificando così l’originale destinazione d’uso ed ingannando il comune di Modica sui tributi dovuti come l’Imu e la Tarsu. Diversi anche i casi di mansarde costruite abusivamente. Da parte loro gli indagati si difendono, tramite i rispettivi legali, sostenendo che tutti i soldi pubblici percepiti sono stati spesi per le villette e di aver contratto ulteriori mutui per apportare le modifiche, che, stando a quanto sostenuto dagli interessati, non avrebbero mutato l’originaria cubatura delle villette.