Diversamente dagli altri due comuni iblei chiamati al turni di ballottaggio dove di massima si hanno già i consiglieri comunali eletti, anche se non proclamati, in attesa dell’attribuzione del premio di maggioranza che spetterà ai candidati sindaci eletti, a Ragusa le cose sono piuttosto diverse. Il gioco delle alleanze e di eventuali apparentamenti, più meno ufficiali, avrà un suo peso. La legge elettorale, intanto, stabilisce l’attuazione di un criterio di governabilità per il sindaco eletto, dunque che abbia la maggioranza in aula. E questa è una ipotesi che ha avuto un riscontro nella giurisprudenza recente. Ma c’è anche un’altra chiave di lettura. Se una delle due coalizioni supera il 50% di preferenze e in modo contestuale anche il candidato sindaco di riferimento vince, verranno attribuiti 18 consiglieri su trenta. Se, di contro, la coalizione supera il 50% di consensi, ma il candidato sindaco sostenuto non vince, si dovrebbe procedere con un’assegnazione percentuale di seggi in base ai voti ottenuti dalla coalizione stessa. Come detto si tratta di due chiavi di lettura, in termini ipotetici al momento, su cui è in atto un serrato confronto tra i dirigenti di Palazzo dell’Aquila e quelli della Regione Siciliana per capire in che modo agire. Intanto, in virtù di ciò, la commissione elettorale, che si è insediata nella prima sezione elettorale del Comune, e presieduta da un magistrato, ha sospeso possibili giudizi, ed ovviamente eventuali proclamazioni, rimandando il tutto all’esito del ballottaggio, quando si capirà in via definitiva a chi spetterà il premio di maggioranza, quali saranno le attribuzioni di preferenza di ciascuna coalizione, e chi sarà ovviamente il nuovo sindaco di Ragusa.