Una catena umana per non interrompere la catena di fuoco. Sono i passaggi salienti dell’omicidio consumato lo scorso 18 luglio, alle due di pomeriggio, in centro a Vittoria. Una raffica di pallottole calibro 7,65 e 9 per 21, fu scaricata contro Francesco Nigito, caduto sul colpo, e contro gli altri due fratelli Giuseppe e Gianluca che rimasero feriti. Esecutore materiale, arrestato nell’immediato, fu Massimo Interlici, coadiuvato dal nipote ventenne Giovanni Interlici e dal 42enne Francesco Rico Giliberto, entrambi vittoriesi, e arrestati all’alba di stamani e ritenuti responsabili in concorso tra di loro, dell’omicidio di Nigito e del tentato omicidio degli altri due fratelli. Carabinieri e polizia, con il coordinamento della procura della repubblica di Ragusa, nei giorni successivi, sino al termine dell’attività investigativa, hanno proceduto all’acquisizione di immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza installate nelle zone adiacenti al luogo della sparatoria. Le ulteriori prove verificate grazie all’attività della polizia scientifica di Catania, e l’acquisizione di dichiarazioni da parte di testimoni che hanno chiarito la dinamica, hanno consentito di formulare una nuova richiesta di misura cautelare nei confronti dei due arrestati che avrebbero fornito a Massimo Interlici, la seconda arma per completare l’azione intrapresa nei confronti dei tre fratelli Nigito. L’elaborazione e la visione dei filmati – a detta del sostituto procuratore Federica Messina – è risultata eloquente e ha confermato il coinvolgimento dei due arrestati, che a suo tempo erano stati scarcerati su richiesta presentata al Tribunale delle libertà. L’attività di intelligence compiuta – hanno dichiarato gli investigatori – ha ribaltato la decisione del Riesame. I fatti, che erano legati alla gestione delle macchinette di videopoker, avvennero alle due di pomeriggio in una zona altamente trafficata, mettendo a rischio l’incolumità di ignari passanti. Francesco Nigito venne subito raggiunto da una raffica di proiettili che si rivelarono mortali, e gli altri due fratelli rimasero feriti, in una catena di fuoco inesauribile, prodotta, appunto, da due pistole.