L’ennesima storia di povertà, l’ennesimo grido di dolore, l’ennesima richiesta di attenzione oggi arriva da Ispica. Il signor Francesco Giunta ha 60 anni, è sposato da 40 e ha 4 figlie. Vive, o meglio dire, sopravvive con 270 euro al mese. Una vita passata a fare il carpentiere e a crescere le sue figlie fin quando nel 94 si aggrava la sua malattia, il diabete. Da allora non riesce più a lavorare, le sue condizioni di salute vanno peggiorando con i mesi che passano. Anche sua moglie a causa di un infortunio alla schiena perde il lavoro da magazziniera. In pochi anni la famiglia Giunta si trova a vivere con la più che misera pensione. Tre figlie si sposano e vanno via. Rimane la più piccola che non riesce a trovare però un lavoro. Il signor Giunta ha costantemente bisogno dell’ossigeno. Le bollette si accumulano ma è praticamente impossibile andargli dietro. Siamo andati a trovarlo nella sua abitazione IACP di Ispica dove vive con la moglie Giovanna e la figlia Lorena. Il signor Giunta ci aspetta seduto in cucina con lo sguardo perso nel vuoto: “Il mio calvario è cominciato quasi 20 anni fa – ci racconta con la voce rotta dalla commozione – quando la malattia è entrata nella fase acuta e per me è stato impossibile continuare a svolgere il mio lavoro di carpentiere come avevo fatto una vita intera. Io, mia figlia e mia moglie campiamo con 270 euro. Devo pagare 77 euro al mese di affitto, le medicine e le bollette. Da più di un mese ho quella del gas scaduta. Andremo avanti fin quando non ce lo taglieranno. Purtroppo ormai non riceviamo aiuti neanche dal banco alimentare”. Il recente caso Guarascio a Vittoria ha colpito molto il signor Giunta. La sua disperazione è arrivata all’estremo e minaccia di farla finita. “Purtroppo ho capito che in Italia conta la pubblicità anche nelle tragedie. Io non so più che fare, ho pensato di farla finita e prima o poi lo farò. Così magari si accorgeranno anche della mia famiglia e ci daranno una mano. Non mi è rimasta nessuna altra scelta”. Mentre parliamo con il signor Giunta la moglie è seduta accanto che piange disperatamente. “Siamo preoccupate. Io e mia figlia non possiamo lasciarlo solo un solo istante. Abitiamo al quinto piano e temiamo sempre che possa buttarsi di sotto. Oltre i problemi economici dobbiamo affrontare anche questa angoscia psicologica. Io non posso lavorare perché sono caduta anni fa e mi sono fatta male la schiena. Mia figlia non riesce a trovare un lavoro. Le altre tre vivono fuori e ci aiutano come e quando possono. Una di loro ha anche perso il figlioletto di 8 anni per una terribile malattia. Insomma siamo proprio disperati ma a nessuno sembra interessare”.
La famiglia Giunta ha scritto al presidente della repubblica Napolitano, al presidente del consiglio Berlusconi e al prefetto di Ragusa, Vardè. Hanno ricevuto qualcosa da Napolitano e chiedono adesso un incontro con il prefetto per ricevere anche un piccolo aiuto. “Il presidente Napolitano due anni fa ci mandò 2000 euro. Fu un bel gesto che ci ha consentito di pagare gli arretrati della casa. Poi ho scritto anche a Berlusconi che ci rispose mandandoci una lettera di solidarietà. Quello che invece non ci ha mai fatto sapere niente è il sindaco di Ispica Piero Rustico. Ha fatto finta di prendersi l’appunto ma io in cinque anni non l’ho mai visto. Spero che leggendo il mio appello qualcuno possa darci una mano. Anche un lavoro per mia figlia che ci consenta di vivere e non di sopravvivere”.