Doveva essere la manifestazione che sanciva l’inizio della rivoluzione dal basso, che doveva servire per innalzare il grido di dolore della società civile contro l’attuale sistema di riscossione. Invece, ancora una volta, la città di Vittoria ha perso l’occasione di rivendicare i propri diritti e di reclamare la propria dignità, perduta spesso insieme alla casa a causa delle tasse non pagate e le cui somme sono poi recuperate, con metodi non sempre leciti,dalla ex Serit, oggi Riscossione Sicilia.
Ma quale crisi? La verità è che a Vittoria si sta bene. E’ questa la conclusione più logica se si pensa che mentre in Piazza del Popolo CNA e Confcommercio cercavano di dare voce ai cittadini vessati dalle cartelle esattoriali, tutt’intorno la gente passeggiava tranquilla tra i negozi aperti, faceva acquisti, si godeva un aperitivo, chattava dai telefonini di ultima generazione e qualcuno inaugurava pure la propria attività mentre tutti gli altri se ne stavano tranquilli a casa a guardare la tv sicuri, magari, che tanto al loro posto ci sarebbe stato qualcun altro a far sentire la propria voce e che comunque “poco importa perché tanto le cose non cambiano”. E così, nel momento clou della manifestazione, in Piazza del Popolo si contavano circa 500 persone.
Scatta davvero la rabbia se si pensa che non solo le generazioni passate hanno rubato il futuro e la speranza ai giovani di oggi costretti ai lavori più umili nonostante la laurea in tasca, quando non ad emigrare, ma che noninteressa loro neanche fare qualcosa per ridare a quei giovani, che spesso sono i loro stessi figli, quel futuro e quella speranza.
Nemmeno la tragedia della famiglia Guarascio, nemmeno il dramma in cui migliaia di famiglie vivono nel quotidiano bastano a dare una scossa a questa città sopita che accetta tutto senza lamentarsi, disillusa, scoraggiata,annoiata. Manca una reale e forte presa di coscienza del problema e se nemmeno un onesto padre di famiglia che si da fuoco e muore in un letto d’ospedale riesce in questo allora resta veramente poco da fare. La città non dorme, la città è in coma irreversibile.
Venendo alla cronaca della manifestazione sono state circa 30 le associazioni, le organizzazioni di categoria, la CGIL, i partiti politici e i movimenti che vi hanno aderito. Presenti anche il Sindaco, Giuseppe Nicosia, e alcuni consiglieri comunali. Sul palco diversi cittadini hanno potuto raccontare pubblicamente la loro drammatica esperienza. Come la giovane vedova licenziata al termine di un periodo di cassa integrazione e con tre figlia carico o come l’imprenditore edile rovinato dalla crisi e impelagato nei meandri della burocrazia a causa del DURC. Forti gli interventi di Antonio Prelati, presidente dell’Ascom di Vittoria, e dei vertici della CNA, il presidente Giuseppe Santocono e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanioche a breve incontreranno la deputazione iblea per coinvolgerla nella lotta, da combattere a Palermo e a Roma, che dovrà portare verso un sistema creditizio più equo.
Sul palco anche Renato Meli, direttore dell’ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, e Don Beniamino Sacco che, per la sua attività di accoglienza, megliodi tutti gli altri conosce i veri numeri e le vere dimensioni del dramma socialeche si sta vivendo a Vittoria e non solo. A lui, non a caso, sono state affidate le conclusioni.