La “promessa” del candidato sindaco del PdL Giovanni Migliore di azzerare la Tarsu per i cittadini modicani, sarebbe quella che tutti noi candidati a sindaco vorremmo fare… se solo non fossimo perfettamente consapevoli che si tratta di un risultato irraggiungibile nella realtà.
Irraggiungibile per due motivi.
Il primo è che per legge con la Tarsu si deve coprire interamente il costo del servizio e che anche centrando l’obiettivo “rifiuti zero”, massimizzando il riciclo e il riutilizzo, esso non equivarrebbe automaticamente ad un obiettivo “costo zero”, giacché anche la sola gestione della raccolta differenziata avrebbe un costo da finanziare. Lo stesso Migliore porta l’esempio di altri casi in Italia in cui Comuni con 18 mila abitanti spendono 115 mila euro per il servizio: lui stesso ammette, dunque, che la sua proposta è un’estremizzazione e che i costi si possono sì ridurre al minimo (anche noi abbiamo su questo una proposta chiarissima), ma non certamente azzerare.
Il secondo è che il caso siciliano – come abbiamo tristemente imparato in questi anni in cui la Regione ha impedito all’Amministrazione di pubblicare il bando per la raccolta differenziata – è disciplinato da previsioni diverse, che purtroppo continuano a sottrarre ai Comuni la competenza esclusiva in materia di rifiuti e quindi anche il potere di assumere certe decisioni. Più precisamente, nella nuova configurazione normativa regionale la gestione dei rifiuti è affidata ai Comuni solo per ciò che concerne lo spazzamento, la raccolta e il trasporto dei rifiuti, mentre la cornice di gestione complessiva, comprensiva del conferimento in discarica, è invece affidata alle S.S.R. Regionali (Società smaltimento rifiuti), ancora da costituire, a cui faranno capo comprensori di Comuni che dovranno compiere assieme le proprie scelte.
Rifuggendo dalla demagogia dell’abolizione delle tasse – secondo il più classico dei refrain della destra, portati avanti a un più alto livello – la proposta del Partito Democratico guarda piuttosto ad una riforma generale che abbia in primo luogo uno scopo strategico di sviluppo sostenibile, per fare di Modica una vera e propria “smart city” con soglie massime di differenziata e una sensibilità specifica nel rispetto dell’ambiente, e realizzi di conseguenza anche obiettivi di risparmio sulla spesa pubblica e sulle famiglie.
Nel nostro programma, abbiamo indicato chiaramente le priorità degli interventi da proporre. Perché solo sulla base di programmi reali e non demagogici è possibile predisporre un confronto chiaro, offrendo ai cittadini elettori la possibilità di fare liberamente le loro scelte.
E allora, secondo la nostra proposta, in primo luogo bisogna lavorare massimizzare la raccolta differenziata, ottenendo così – appunto – il duplice risultato della tutela ambientale e della riduzione dei costi inerenti al conferimento in discarica.
E in secondo luogo quello di utilizzare l’umido proveniente dalla raccolta dei rifiuti – sottraendolo così alla filiera delle S.S.R. e riducendo ulteriormente i costi di conferimento in discarica – per alimentare impianti biodigestori, unitamente a prodotti agricoli no food, provenienti dalla filiera agricola corta (70 km dal sito – PEARS regionale).
Con quest’ultima soluzione, oltre a ottenere energia elettrica e termica, verrebbe incentivata la produzione agricola no food del territorio destinata alla produzione di energia (si potrebbe ricorrere anche alla costituzione di consorzi).
Naturalmente, la gestione di tale attività verrebbe affidata con gara ad evidenza pubblica comunitaria nelle forme ritenute più idonee, ivi compresa eventualmente la finanza di progetto.
Giovanni Giurdanella