IL CHIARO
Nelle ultime settimane gli organi di informazione ci hanno continuamente bombardati, loro malgrado, di notizie di cronaca agghiaccianti. Più volte apprendendo in merito alle più svariate vicende, ognuno di noi sarà stato percorso da un brivido lungo la schiena o da una sensazione dilagante di pelle d’oca che improvvisamente accompagnava i recenti racconti di delitti familiari o altre scene dettate dallo sconforto più assoluto. Ancora più intensi i brividi quando si tratta di vicende locali: lì si tocca con mano quasi, la disperazione dilagante e ci si rende conto ancora più vivamente che non è poi così lontana dalla nostra quotidianità.
Risulta allora spontaneo prendere le difese di chi è stato mosso dai debiti, dalla disperazione, dal dolore estremo. Ognuno si immedesima o prova anche solo per un attimo a immaginare cosa abbia potuto pensare il protagonista della vicenda del giorno (perché ogni giorno è dominato da una vicenda differente, purtroppo), cosa una persona abbia potuto provare dentro per compiere un gesto tipo quello di gettare dal balcone i propri figli, o mandare in fiamme il proprio corpo.
Appare chiaro e ovvio che il malessere dilaga ai giorni nostri. E’ un malessere sociale, molto profondo, dettato talvolta da ragioni e problematiche personali che vanno a mischiarsi ad “assenza di certezze”, almeno così dicono.
In alcuni casi si parla di “raptus di follia” o di gesti improvvisi, per altri si fa riferimento a problematiche psicopatologiche sottovalutate o prese in carico in modo non adeguato.
Varie le scuole di pensiero e anche gli esperti del settore (in prima linea psicologi e psichiatri) risultano quasi in competizione tra loro per “rivelare” le possibili motivazioni insite in tali efferati gesti…
LO SCURO
Ciò che tuttavia, non è così ovvio, oltre al reale vissuto, è anche tutto ciò che si innesca a catena in chi apprende tali notizie.
Il dispiacere, lo sbigottimento, lo shock, a volte, sono talmente preponderanti da costringere a pensarci e ripensarci per giorni.
Non si tratta tanto di una semplice empatia con il protagonista di turno della vicenda, ma piuttosto di un eccesso di “vicinanza” rispetto alle vicende di cui si apprende.
In questi casi diventa difficile per alcuni differenziare quasi tra sé e la persona autrice di un fatto, si identificano quasi le proprie emozioni con quelle altrui fino a farle coincidere, qualcuno può arrivare a temere di compiere in un giorno, più o meno lontano, qualcosa di simile.
Questo accade non solo perché atti che sembrano andare contro il corso naturale della vita, toccano fino al punto di suscitare emozioni tanto forti da risultare apparentemente ingovernabili, ma anche perché in alcuni casi si è molto fragili, i propri “confini” non sono ben delineati e spesso alcuni camminano come funamboli sopra un filo, senza rendersi conto della necessità di un supporto psicologico specifico.
Di contro, ad un estremo totalmente opposto, può trovarsi invece l’indifferenza più totale: ma anche quella può essere vista come un tentativo estremo di allontanare da sé qualcosa che potrebbe destabilizzare l’animo e non solo…
Appare ancora “anomalo” che vicende simili si concentrino tutte nello stesso periodo.
I fatti non sono dettati tanto da un fenomeno di emulazione, quanto piuttosto dal sommarsi di molteplici fattori concomitanti. Tra essi:
– la società ormai sfornita di “guard rail” (giusto per parafrasare Bauman),
– l’assottigliarsi progressivo dei finanziamenti ai servizi sociali (da cui la scarsa attenzione al disagio… figuriamoci allora dove vanno a finire azioni di prevenzione!),
– la scarsa attenzione verso il prossimo (“Tanto qualcuno ci penserà e comunque non spetta a me!”) vuoi perchè ognuno ha le proprie preoccupazioni cui badare, vuoi per la necessità di salvaguardare il proprio angolo di tranquillità,
– il sottovalutare il proprio malessere stesso (“Tanto passerà…”).
Al di là (e ancora prima oserei dire) delle vicende di cronaca, quelli trattati in questo articolo (ma di certo ce ne saranno anche di altri) sono i segni principali di un malessere che dilaga in maniera sotterranea e sudbola, che risulta talvolta ancora più pericoloso degli episodi stessi che tanto ci hanno colpito in queste settimane.
Per i politici impegnati nelle attuali campagne elettorali una dura eredità e una pesante responsabilità di cui non tutti i candidati appaiono consapevoli…
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La rubrica “ChiarOscuro” è curata dalla dott.ssa Daniela Maimone, psicologa e psicoterapeuta – www.psicologiaepsicoterapia.it –
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