Fortemente voluta dal Coordinamento Associazioni Volontariato Iblee, si svolgerà il 23, 24 e 25 maggio la seconda fase del progetto per le scuole “Ridere è una cosa seria” curato dall’Associazione Iblea di Comicoterapia “CI RIDIAMO SU” e dalla Federazione Internazionale di Roma “RIDERE PER VIVERE”, in partnership con “IL RESTO DEL CALZINO” (Linguaggi Artistico Espressivi), “ALTEA” (Associazione Lingue Terapia Educazione Arte), ASSOCIAZIONE MEDITERRANEA ASSISTENZA (Assistenza Sanitaria), GRUPPO ALFA di Chiaramonte (Protezione Civile), con la partecipazione e il sostegno del CSVE e il patrocinio del Comune di Ragusa, del Comune di Modica e dell’Assessorato all’Istruzione del Comune di Modica.
Un progetto di educazione alla solidarietà e alla Comicoterapia che si propone, attraverso spettacoli clown, di migliorare le conoscenze relative alla valenza delle emozioni positive dei bambini/ragazzi in età scolare: attraverso la figura del Clown Dottore vengono passati contenuti sull’aspetto psicofisiologico della risata e sugli effetti benefici che questa ha sull’organismo e sul generale benessere della persona e della comunità.
La prima fase ha coinvolto la sensibilità di oltre 500 bambini delle scuole, delle loro famiglie e dei docenti, con i primi spettacoli del 24, 25 e 28 gennaio presso l’Istituto Comprensivo “Carlo Amore” di Frigintini; la Scuola Materna “Carducci”, la Scuola Elementare “Stesicoro” e la Scuola Elementare dell’Istituto Comprensivo “F.Crispi” di Ragusa.
Lo spettacolo educativo ha rappresentato un potente mezzo di comunicazione che ha parlato ai bambini con il loro stesso linguaggio.
I bambini delle scuole hanno adottato i bambini in ospedale attraverso la produzione di letterine e disegni destinati ai bambini ricoverati: uno strumento di “presa in cura” e sostegno emotivo tra pari.
Ciò ha rappresentato la creazione di un ponte tra l’ambiente scolastico e quello ospedaliero, con i Clown Dottori a fare da “postini”.
Nel reparto di Pediatria dell’ospedale M.P. Arezzo di Ragusa Ibla, “Ci Ridiamo Su” ha allestito una mostra permanente con centinaia dei disegni donati dai bambini delle scuole: molti arredano le stanzette dei piccoli, restituendo loro uno spazio di fantasia, altri ancora “de-stressano” gli ambulatori, la medicheria, la sala medici, la sala infermieri e la sala d’attesa. E alcuni book contenenti raccolte di disegni possono essere consultati nella ludoteca.
Gli alunni, inoltre, si sono assunti la responsabilità di risparmiare o guadagnare con piccoli gesti di aiuto in casa: un “risparmio solidale”, mirato all’implemento del servizio che i Clown Dottori di “Ci Ridiamo Su” prestano ogni settimana presso il reparto pediatrico ibleo al fine di alzare il tono dell’umore dei piccoli pazienti restituendo parte del loro mondo perduto durante il ricovero, coinvolgendo, in questo miglioramento, le figure di riferimento per il bambino (genitori), in modo da far calare i livelli di ansia e stress, nonché le figure sanitarie che quotidianamente accudiscono il piccolo, in modo da facilitare lo svolgersi delle pratiche ospedaliere.
La seconda fase del progetto, che sarà attuata il 23, 24 e 25 maggio presso le medesime scuole, prevede sei nuovi spettacoli clown che vedranno protagonisti i bambini stessi, chiamati in scena ad interpretare di volta in volta i piccoli aiutanti clown impegnati in azioni di solidarietà.
In chiave comica avranno la possibilità di sperimentarsi “nel prendersi cura”. Lo scopo sarà quello di rafforzare i concetti espressi nel primo incontro.
Successivamente la rete di associazioni si recherà presso il reparto pediatrico e presso le sedi di quei servizi sanitari che coinvolgono anche il mondo del bambini – basti pensare al servizio vaccinazioni e al pronto soccorso – , contribuendo a decontestualizzare e rendere un po’ più umana la struttura sanitaria con i disegni e i messaggi dei bambini delle scuole.
Il progetto della rete, attraverso la figura del Clown Dottore, permetterà di far conoscere come il volontariato della nostra provincia, dispensando emozioni positive improntate alla solidarietà e alla vicinanza, provvede ad una restituzione dell’antico senso di comunità che tende al prendersi cura dell’altro parlando proprio alle nuove leve.