Ha lottato per una settimana tra la vita e la morte ma alla fine le ustioni di primo e secondo grado riportate su oltre il 50% del corpo si sono rivelate fatali. E’ morto alle 3.20 di stanotte, a causa di un arresto cardiocircolatorio, nel reparto grandi ustioni del Cannizzaro di Catania Giovanni Guarascio, il muratore vittoriese di 64 anni che martedì scorso si è dato fuoco in un momento di disperazione quando l’ufficiale giudiziario è arrivato per ordinare, a lui e alla sua famiglia, lo sgombero dell’abitazione di via Brescia, persa dopo essere stata messa all’asta per un prestito di appena 10mila euro contratto anni fa e non saldato. Le condizioni dell’uomo erano apparse subito disperate. Trasferito in elisoccorso al Cannizzaro non ha mai ripreso conoscenza e il suo stato di salute non ha nemmeno permesso ai medici di iniziare il ciclo di interventi ricostruttivi che si sarebbero resi necessari una volta avuta salva la vita. Se ne è andato così, tra atroci sofferenze fisiche e morali, quest’uomo diventato in una settimana il simbolo dell’italiano che non ce la fa più. Che dopo aver perso il lavoro, o che stenta con esso a mantenere uno stile di vita decoroso, è pressato, lacerato, schiacciato dal peso di banche e Serit nonché dall’indifferenza di una politica autoreferenziale che ha altro per la testa.
La casa di via Brescia era l’unica di proprietà della famiglia Guarascio. Una casa nella quale i figli di Guarascio erano cresciuti, che racchiudeva tra quattro pareti una vita intera con le sue gioie e i suoi dolori e che questo padre di famiglia ha difeso con le unghie e con i denti fino alla fine, fino al gesto estremo.
La notizia del suo decesso si è diffusa dalle prime ore del mattino ma la conferma ufficiale del commissariato di polizia di Vittoria è giunta poco dopo le 9 gettando nello sconforto e lasciando sgomenta un’intera città. Una città, Vittoria, sulla quale da una settimana si sono accesi i riflettori dei media nazionali. Troppo grave quanto accaduto e troppo grave anche la tragedia che, in silenzio, migliaia di vittoriesi vivono ogni giorno sulla propria pelle, simile a quella della famiglia Guarascio, con conti in banca in rosso, il lavoro che non c’è, la casa o i mezzi pignorati, la disperazione per le porte chiuse in faccia.
Proprio in quella casa di Via Brescia , intanto, da stamattina, è un viavai continuo di familiari, amici, conoscenti e semplici cittadini che, saputa la notizia, stanno così dimostrando il loro affetto e la loro vicinanza a ciò che rimane della famiglia Guarascio ovvero i tre figli, chiusi nel loro silenzio e nel loro dolore, con l’animo diviso a metà tra la disperazione per la morte del padre da un lato e la speranza e l’ansia per le condizioni di salute di mamma Giorgia dall’altro. Anche lei è ricoverata al Cannizzaro di Catania e le sue condizioni restano stazionarie, esattamente come quelle del poliziotto Antonino Terranova. Entrambi, a partire dalla settimana prossima, dovrebbero essere sottoposti ai primi interventi di ricostruzione che cercheranno di guarire le ferite causate dalle fiamme. Almeno quelle del corpo.