Vittorio Sgarbi nella squadra assessoriale del candidato sindaco Ciccio Barone per valorizzare al massimo le potenzialità culturali e turistiche della città di Ragusa. Il famoso critico d’arte ha accettato la proposta dell’ex assessore e oggi pomeriggio ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione ufficiale che si è svolta all’hotel Antica Badia di corso Italia. Presenti gran parte dei candidati al Consiglio comunale delle tre liste “Idee per Ragusa”, “Costruiamo il futuro” e “Attivamente”. Nel tavolo insieme a Barone e Sgarbi anche l’ex deputato regionale Innocenzo Leontini. Sgarbi è il primo assessore che viene presentato da Cicco Barone, altri due nomi saranno annunciati la prossima settimana. “Cominciamo ufficialmente questa avventura – ha detto Barone – nella quale abbiamo voluto fare una scelta ben precisa, che è stata quella di andare per la nostra strada. Una scelta che è stata pienamente condivisa con tutti gli amici che mi stanno sostenendo, così come saranno condivise tutte le scelte che faremo da ora in poi”. A monopolizzare l’attenzione non poteva che essere però la presenza di Vittorio Sgarbi, la cui collaborazione era stata richiesta anche da Pantelleria. “Solo Ragusa e Pantelleria potevano farmi recedere dalla mia intenzione di non fare politica in Sicilia e quando mi è venuto a trovare Ciccio Barone (pensavo che fosse venuto per chiedermi soltanto di sostenerlo) ho accettato”. Non sono mancati i riferimenti all’ex sindaco Nello Dipasquale (un ragazzo che si e scoperto comunista in tarda età, quando è diventato sindaco, mi diceva che sarebbe stato sempre democristiano e adesso incredibilmente si è messo con Crocetta). “Qualcuno storce il naso per il fatto che non sia ragusano? Mi sento più siciliano di un siciliano – ha esclamato Sgarbi – e più ragusano di un ragusano. Barone è un simbolo coerente di una posizione politica che si è in parte disciolta, quello spirito di tener insieme persone moderate. Sono felice e orgoglioso di fare parte di questa squadra. I primi provvedimenti? Coprire l’orripilante prospetto di palazzo Ina e poi far entrare sotto la tutela dei Fai alcuni palazzi per consentire possibilità di accesso”.