Il Consiglio boccia l’aumento delle aliquote Imu

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Torna a riunirsi il consiglio comunale di Ragusa, sciolto da meno di un mese in vista delle amministrative di giugno e convocato in sessione urgente per discutere circa la proposta di deliberazione commissariale contenente la variazione delle aliquote dell’imposta municipale propria per l’anno 2013. Un atto definito ‘scellerato’ dal capogruppo Pid Giorgio Mirabella e mal digerito dai consiglieri che lo bocciano per la seconda volta (il commissario Margherita Rizza aveva proposto un provvedimento simile lo scorso 30 ottobre) ma adesso con l’unanimità dei voti contrari, quelli di Mirabella, Angelica, Massari, La Rosa, Malfa, Lo Destro, Di Mauro, Firrincieli, Morando, Lauretta, Distefano, Barrera, Licitra, Tumino Giuseppe, Platania, D’Aragona, Criscione, Fidone e Gurrieri. Astenuto il Presidente Di Noia.

Una seduta ancora al buio della diretta televisiva, ma movimentata, dai toni accesi e dalle accuse reciproche da parte di alcuni gruppi, di voler strumentalizzare la votazione ai fini elettorali. In apertura dei lavori il consigliere Titì La Rosa (adesso candidato per ‘Il Megafono’) aveva presentato una pregiudiziale all’atto commissariale poiché sulla questione IMU a livello nazionale si è in attesa di importanti provvedimenti. IdV, Pid e Movimento Città contrari a questa soluzione, non messa neanche in votazione perché ritirata.

Prima del voto il dirigente del Terzo settore Cettina Pagoto ha ricordato lo sforamento da parte del Comune del patto di stabilità per circa 2 milioni di euro. Una circostanza che motiva il provvedimento commissariale, teso ad aumentare l’aliquota Imu per le seconde case portandola dallo 0,76 allo 0,90%, come una manovra a difesa del bilancio 2013, necessaria a dare tranquillità di cassa all’ente. “L’IMU è l’unica imposta – afferma – in grado di garantire un gettito corposo e compensare i minori introiti dei trasferimenti statali e regionali”.

La maggioranza dei consiglieri, anche coloro i quali avevano votato per la delibera del Commissario ad ottobre, hanno ritenuto invece il momento poco opportuno per gravare sulle tasche dei cittadini e soprattutto sulle piccole e medie imprese. Nella categoria di immobili colpiti dall’aumento sarebbero rientrati infatti anche gli opifici, i capannoni industriali, artigianali ed agricoli, i negozi e gli studi professionali.