La Cgil lancia l’allarme per le infrastrutture

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La CGIL siciliana lancia da Ragusa il suo grido d’allarme sull’emergenza infrastrutture in Sicilia denunciando un deficit impressionante rispetto al resto del Paese; il territorio della provincia di Ragusa ne è uno degli epigoni più evidenti.

Lo stato generale del sindacato, presenti il neo segretario generale della CGIL Sicilia, Michele Pagliaro, i segretari generali della Fillea CGIl Sicilia, Franco Tarantino, e della Filt CGIl Sicilia, Franco Spano, i segretari generali della CGIL di sei provincie ( Ragusa, Siracusa, Catania, Messina, Enna e Caltanissetta), ha incontrato, stamani, la stampa per rivendicare l’emergenza infrastrutture in Sicilia come strumento non solo di sviluppo e prospettiva di crescita, ma per creare lavoro e occupazione.

“E’ del tutto evidente, dichiara Michele Pagliaro, che la questione infrastrutture in Sicilia deve porsi come centrale nei temi del Governo della Regione e anche di quello nazionale. Non si può continuare a rideterminare la spesa mortificando il progresso e penalizzando le imprese atteso che a  causa di questo gap pagano un 20,6% in più in termini di costi rispetto ad altre aree meglio attrezzate.

E’ nostro intendimento, continua Pagliaro, mettere in movimento una serie di iniziative che coinvolgano, innanzitutto la CISL e la UIL,  il mondo della produzione e quindi delle associazioni di categoria perché come accadde nella manifestazione del 1° marzo possiamo insieme reclamare un atto non solo di giustizia nei confronti del resto del paese ma di civiltà.”

I dati, infatti, vanno tutti in controtendenza. Franco Tarantino li snocciola senza ulteriori commenti.

Negli ultimi quindici mesi, il CIPE ha adottato azioni per le quali hanno interessato 74 grandi infrastrutture che sono così articolate: infrastrutture stradali 26 interventi di cui solo 8 al sud (33,33%); infrastrutture ferroviarie 20 interventi di cui 8 al sud ( 40%); reti metropolitane 17 interventi di cui 7 al sud ( 35,29%);  Hub portuali piastre logistiche, 5 interventi di cui solo 1 al sud ( 20%). Nel totale su 74 interventi solo 30 sono al SUD pari al 40% degli investimenti.

In termini finanziari gli importi delle gare è passata dai 402.353.477,00  del 2007 ai 94.543.246 del 2013 ( 1° quadrimestre): da 432 gare nel 2007 alle 80 del 2013 ( primo quadrimestre) –fonte Fillea CGIl Sicilia-.

La questione vera al momento sta altrove. Il governo nazionale ha rimodulato, un taglio del 20%, dei fondi FAS ma il peggio sta nel fatto che la destinazione delle somme è ancora ignota.

Rischia il progetto di finanza della superstrada Ragusa-Catania ( mancano all’appello 100 milioni di euro) e la società aggiudicatrice l’opera non ha firmato la convenzione del project financing.

Ma c’è di più. Boatos provenienti dai centri di gestione di spesa dei fondi dubitano sulla fattibilità dell’opera, almeno così dichiara Franco Tarantino, che denuncia, in modo chiaro e forte, il tentativo di rimuovere l’opera perché considerata complementare, antieconomica rispetto all’autostrada Siracusa Gela che passerà anche da Ragusa collegandola con Catania attraverso questa via parallela.

“La CGIL siciliana si batterà contro questa idea ove dovesse emergere perché al danno del deficit infrastrutturale non si può aggiungere anche questa beffa, commenta Franco Spanò.

Su questo versante il quadro si completa con l’aeroporto di Comiso che il 30 maggio dovrebbe essere attivato. Cosa manca? Al momento oltre gli aerei, che devono arrivare e partire, una rete viaria degna di questo nome che colleghi tre provincie siciliane con l’aeroscalo. I fondi anche qui sono in rosso e il tesoretto dei fondi ex Insicem non basta.

Nuove dai lotti 6,7,8 che collegano  via autostrada Rosolini a  Modica. Fonti dell’assessorato regionale alle Infrastrutture confermano che entro giugno 2013 partiranno le gare.

“Sarebbe utile, ribadisce Tarantino, che l’assessorato promuova un osservatorio regionale al fine di monitorare lo stato dell’arte delle singole opere e rimuovere i motivi ostativi.

Il problema, secondo Franco Spanò, è sempre quello. La finanziaria e il bilancio della regione non mettono soldi per le infrastrutture. Il nuovo governo nazionale deve rimodulare una serie di interventi nel mezzogiorno: strade e autostrade non sono alternative ma complementari; le ferrovie, visto che il Ponte non si fa, devono essere potenziate. Mancano diversi miliardi di euro, circa quattro, per il raddoppio della Catania Palermo e della Messina Catania il cui progetto non prevede il doppio binario in un tratto e nessuna somma è prevista per la Modica – Ragusa – Gela e per la Gela – Caltagirone – Catania.

Sul rilancio delle infrastrutture siciliane all’unisono scommettono tutti. Paolo Zappulla, segretario generale della CGIL di Siracusa, ritiene che la vera competizione dei mercati parte da un sistema efficiente. Agricoltura,Turismo e Industria non possono non tenere conto di ferrovie,autostrade, porti e aeroporti in un sistema intermodale che è tutto da costruire. Parla di deserto infrastrutturale Angelo Villari, segretario generale della CGIL di Catania, che non consente di disegnare orizzonti e prospettive per il rilancio dell’economia siciliana. Aprire da subito una interlocuzione forte con la Regione e lo Stato perché la questione diventi centrale e prioritaria.

I tagli, neanche a dirlo, sostiene Lillo Oceano, segretario generale della CGIL di Messina, hanno messo in ginocchio la Sicilia che avrebbe bisogno di un sistema infrastrutturale degno di questo nome per fare funzionare i distretti produttivi nel contesto di un ruolo europeo e mediterraneo dell’isola.

“Sono al momento fiducioso, commenta Giovanni Avola, segretario generale della CGIL di Ragusa, di questo momento di sintesi e di proposte che abbiamo ritrovato all’interno di una conferenza stampa che è servita anche per confrontare idee e proposte. Prima dell’avvento dell’estate porremmo in essere alcune iniziative utile a ricercare interlocuzioni forti con la Regione e proporre altri momenti di denuncia perché la politica possa assumersi le proprie responsabilità rispetto ad una questione così grande e decisiva per la nostra provincia.”