Si è svolta stamane la cerimonia celebrativa del 68° anniversario della liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista.
Il corteo composto da Autorità Civili e Militari, dalle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, da una rappresentanza della Consulta Studentesca provinciale ha percorso le strade cittadine lungo le quali le medesime Autorità hanno reso onore dapprima alla Stele dell’Unità d’Italia, poi alle lapidi ed al monumento in memoria dei Caduti per la Patria.
Particolarmente sentiti i momenti celebrativi svoltisi sul sagrato della Cattedrale di San Giovanni Battista, che hanno conferito alla ricorrenza la dovuta rilevanza, concludendosi con la benedizione impartita dal Cappellano della Polizia di Stato.
Prima della deposizione delle corone, il Prefetto Vardè, nel corso del suo messaggio di saluto, ha sottolineato, tra l’altro, che l’odierna celebrazione, in questo momento della nostra storia, caratterizzato da gravi problemi economico-sociali e dall’esigenza di ricomporre al più presto gli organi costituzionali, riveste particolare significato, quale testimonianza di un patrimonio di idee certamente comune a tutti gli italiani e che pertanto deve costituire momento di unità e non di divisione, in nome dei fondamentali principi consacrati nella nostra Costituzione.
Nella circostanza il Prefetto ha altresì rivolto un riconoscente pensiero al Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano con i più fervidi auguri per la sua storica rielezione, concludendo con l’auspicio che i valori del rispetto e della tolleranza possano consentire di uscire dalle secche della attuale congiuntura economica particolarmente sfavorevole e di risolvere nel migliore dei modi le complessità politico-istituzionali esistenti.
Il messaggio del Prefetto Annunziato Vardè
Ricorre oggi il 68° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista.
Fu pagato un caro prezzo: in tanti hanno sacrificato la propria vita per questa nobile causa, ma il 25 aprile 1945 furono riaffermati i principi di libertà, uguaglianza, giustizia e democrazia: è necessario, dunque, non disperdere la memoria di quegli eventi che consentirono la nascita della Repubblica.
Questi principi costituiscono, infatti, i valori pregnanti della nostra Costituzione le cui disposizioni fondamentali contenute nella prima parte sono ancora attuali e vitali.
Bisogna sempre tramandare il ricordo della Resistenza non certo per mantenere vive le divisioni, ma per rendere più salda l’unità nazionale dell’Italia repubblicana fondata sulla democrazia conquistata per tutti gli italiani.
Celebrazione, dunque, non fine a se stessa, ma per non dimenticare, per avere sempre la consapevolezza che i diritti civili oggi riconosciuti a tutti noi sono un patrimonio prezioso, costato molto caro ai nostri avi, che va salvaguardato ed alimentato ogni giorno con il vigile impegno di ognuno di noi.
Ed in questo difficile momento della nostra storia, caratterizzato da gravi problemi economico-sociali e dall’esigenza di ricomporre al più presto gli organi costituzionali, è bello ritrovarsi insieme nel giorno che simboleggia un patrimonio di idee certamente comune a tutti gli italiani, e che pertanto deve costituire momento di unità e non di divisione, in nome dei fondamentali principi consacrati nella nostra Costituzione.
Sono convinto che rispetto e tolleranza ci consentiranno certamente, sotto la guida del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – a cui va il nostro pensiero riconoscente ed i più fervidi auguri per la storica rielezione – di uscire dalle secche della attuale congiuntura economica particolarmente sfavorevole e di risolvere nel migliore dei modi le complessità politico-istituzionali esistenti.
Questo è il nostro augurio e questo deve essere il 25 aprile: un punto di incontro di tutti gli italiani per una pacifica e civile convivenza nel pluralismo delle idee nascenti dalla intangibilità del fondamentale principio di libertà, ormai patrimonio comune di tutti gli italiani.