“Operazione Agenzia matrimoniale”, il processo inizierà a luglio

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 Inizierà il 17 luglio il processo davanti al Tribunale penale  il marocchino Mohamed Qantar, 33 anni, rinviato  ieri a giudizio dal gup con l’accusa di essere l’organizzatore di un numero consistente di matrimoni combinati tra cittadini italiani e maghrebini residenti in Italia. L’imputato, difeso dall’avvocato Gabriella Olivieri( nella foto) è stato il primo dei 36 imputati dell’inchiesta “Agenzia Matrimoniale” a comparire davanti al Gup Maria Rabini per esigenza di scadenza dei termini di carcerazione preventiva. Il marocchino, dunque rimarrà in carcere fino alla data del processo che si celebrerà davanti al collegio penale. Nel corso dell’udienza di ieri, il Gup ha anche ammesso la costituzione di parte civile del Comune di Modica. Insomma, nessuna scorciatoia per l’imputato che con regolare partita iva da anni lavorava come imbianchino, la difesa, infatti, vuole affrontare il dibattimento pubblico per dimostrarne l’innocenza. L’extra comunitario, stante le accuse, dietro lauti compensi avrebbe procurato un coniuge italiano, nella maggior parte una persona in stato di indigenza, a connazionali in scadenza di permesso di soggiorno al fine di farli convolare a nozze per ottenere loro il rinnovo automatico del titolo di soggiorno e bypassare le ordinarie procedure ministeriali. Queste, infatti, riservano esigue quote di ingresso in Italia ai cittadini originari del Marocco. Il principale imputato, dunque, rimarrà ancora rinchiuso nel carcere di Modica Alta in attesa di essere giudicato. Mentre è fissata per il prossimo 4 luglio l’udienza di comparizione davanti al Gup per gli altri 35 imputati, accusati di aver collaborato col Qantar o di aver reso false dichiarazioni. Il procedimento all’attenzione della cronaca scaturiva a seguito dell’operazione denominata “Agenzia matrimoniale”, condotta nel novembre 2011 dai Carabinieri di Modica, e le cui indagini, che smantellarono l’organizzazione che combinava matrimoni fittizi, si sono concluse lo scorso febbraio, con la relativa notifica ai trentasei indagati.

A comparire davanti al gup toccherà a venti italiani residenti tra Modica, Scicli, Pozzallo, Giarratana, Ragusa, Rosolini e Caltanissetta; e a quindici fra marocchini ed egiziani.

Si tratta di Emanuele Calabrese, Vincenzo Cannata, Noè Carbonaro, Angela Cavalieri, Raffaele Coria, Gianni Rubera Coria, Letizia Covato, Giovanni Fidone, Giovanni Guardiano, Sebastiano Lagona, Francesco Leone,  Sebastiano Di Martino, Vincenzo Pisani, Salvo Pitino, Giorgio Pino, Vincenzo Pino, Michele Roccasalva, Enza Roccasalva, Orazio Scilla, Giovanni Scollo. E degli extracomunitari Nadia Bardaouz, Nadia Bazouhi, Kenza, Bazouhi, Layla Benbarkache, Asmaa Benkirane, Rajaa Benrahhal, Mohamed Chabbi, Yacine El Berrak, Solaiman El Manyawy, Wian Hizam, Amal Hmimas, Redouane Kamil, Houda Labchag, Abdelkader Qantar e Majdouline Razine. Tutti devono rispondere a vario titolo di favoreggiamento illegale dell’immigrazione clandestina e falsità ideologica. I militari avrebbero appurato che per ogni finto matrimonio il Qantar avrebbe intascato tra i 5.000 e di 10.000 euro e   che almeno dodici sarebbero le nozze accertate.