Se una buona legge diventa una “esclusiva” di Ragusa Ibla

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Nel bilancio 2013 della Regione siciliana non sono inseriti i fondi della legge su Ibla. Sono quei soldi che, dal 1981, grazie all’allora parlamentare ragusano all’Ars, Giorgio Chessari, del Partito comunista, la Regione ha concesso al Comune capoluogo per la riqualificazione del quartiere barocco. Riqualificazione che è stata brillantemente effettuata fino a trasformare Ibla in un vero “gioiello”. Tanti privati hanno usufruito di questi fondi per ristrutturare le loro abitazioni. E la legge su Ibla, negli anni, è stata estesa anche ad altri interventi con il centro storico  “allargato” fino ad arrivare alla parte superiore della città. Da un paio d’anni a questa parte, però, non tutti i soldi sono stati spesi e questo ha fatto insorgere i sindaci di altri Comuni della provincia che vorrebbero, anche loro, utilizzare fondi regionali per ristrutturare centri storici che hanno bisogno di interventi urgenti. I deputati regionali della provincia della scorsa legislatura si sono “stretti” attorno ad Ibla per salvare le somme iscritte in bilancio a favore, ancora, solo per il capoluogo. Poi, viste le proteste, è stata lanciata l’idea di inserire, nei benefici, anche altri centri del Val di Noto. Una proposta che, tuttavia, non ha avuto seguito. Ora, si apprende che la deputazione regionale è pronta a mobilitarsi per salvare, ancora una volta, soltanto i soldi destinati a Ragusa Ibla. E gli altri centri storici? Non fanno forse parte dello stesso territorio e dello stesso contesto barocco? E i parlamentari iblei che siedono oggi all’Assemblea regionale, per la loro elezione, hanno forse raccolto voti soltanto a Ragusa? Non ci sembra!