Cominciato il processo nei confronti dei sei imputati, di cui tre sono ex amministratori e dirigenti Edison, coinvolti nell’inchiesta sulla piattaforma “Vega Oil” che al Tribunale penale devono rispondere di illecito profitto dovuto allo smaltimento di rifiuti pericolosi non autorizzato derivante dall’attività estrattiva e di stoccaggio degli idrocarburi della concessione mineraria denominata Campo Vega, ubicato a circa 5 miglia al largo di Pozzallo. E’ servita esclusivamente per lo svolgimento delle questioni preliminari la prima udienza del procedimento: la difesa ha prima rilevato l’incompetenza territoriale sostenendo che il galleggiate si trovi in acque straniere, eccezione non accolta dal giudice Antongiulio Maggiore, e poi ha sollevato la nullità della notifica del decreto che dispone il giudizio. Ecco allora che, in attesa delle verifiche, è stato rinviato al prossimo 3 giugno. Alla sbarra ci sono il siracusano Marcello Costa, 43 anni, direttore responsabile del sito Campo Vega; il pozzallese Michele Giannone, 62 anni, e il napoletano Francesco Lubrano Lavadera, 70 anni, comandanti pro-tempore del Galleggiante Vega Oil; il milanese Umberto Quadrino, 67 anni, ex amministratore delegato della Edison Spa e il genovese Andrea Cosulich, 71 anni, ad della Fratelli Cosulich Spa, società armatrice del Galleggiante Vega Oil. I difensori dei sei imputati, fra i quali l’avvocato Antonio Borrometi, e la Edison spa, hanno sempre sostenuto la piena legittimità dell’attività estrattiva perché svolta in presenza di un’autorizzazione rilasciata sin dal 1990 e mai revocata. E che proprio tale autorizzazione prescriveva lo scarico delle acque nel pozzo sterile divenuto oggetto di contestazione. La multinazionale, oltre a ritenere di essere in possesso di tutte le autorizzazioni, sostiene anche che anche non è mai stato dimostrato l’inquinamento dell’ambiente marino.