Se scompaiono anche le sale cinematografiche

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Il cinema, il buon cinema, ovviamente, rappresenta lo specchio della nostra realtà: politica, sociale, economica. Vizi e virtù, sogni e fantasie, storie di vita, ed episodi che hanno fatto la storia. Il fascino del grande schermo non ha nulla a che vedere con il film visto in Tv o su Dvd. L’atmosfera di una sala cinematografica è impagabile e impareggiabile. Il boom delle televisioni e, ancora di più, delle pay tv, ha messo in crisi il sistema-cinema e le sale, a poco a poco, si sono svuotate. In molti casi, la programmazione è stata limitata al fine settimana. Ma neppure la chiusura settimanale è servita a frenare una crisi irreversibile, soprattutto quando gli imprenditori non sono riusciti ad adeguarsi ai gusti del pubblico. In provincia di Ragusa le nostalgiche ma affascinanti sale tipo “Nuovo cinema Paradiso” sono state chiuse a poco poco, consumate da una emorragia di spettatori verso la novità delle multisale o delle pay tv. Pochi, coraggiosi imprenditori hanno cercato di resistere. Poi, sono stati lasciati soli. I prezzi dei biglietti, probabilmente, hanno fatto il resto decretando la fine di un modo di fare cultura. Perché di cultura si tratta. Ed è triste constatare che a Modica, una città che poteva vantare, fino all’inizio degli Anni Ottanta, tre sale cinematografiche, oggi – nel 2013 – non esista un cinema. L’Aurora, a Modica Alta, ha resistito fino all’anno scorso. Nessun progetto nuovo, nessuna speranza per una sala cinematografica moderna, nessun imprenditore disposto ad investire pur avendone la possibilità. Solo qualche apprezzabile e solitaria iniziativa: coraggiosa e in nome della cultura. Iniziative spesso criticate, senza alcun motivo plausibile, in ossequio a quella becera regola delle maldicenze a tutti i costi che sono lo sport preferito di troppa gente. E così, a Modica, restano solo le parentesi di cineforum che possano esaudire la richiesta di un pubblico che vorrebbe ritornare a godersi il “grande schermo” dopo le scorpacciate di fiction Tv. E la città, purtroppo, si scopre, ancora una volta, un po’ più povera.