Stop alle presenze mordi e fuggi dei consiglieri alle commissioni e alle sedute della civica assise. Il commissario, Margherita Rizza, ha proposto al consiglio di modificare alcuni punti del regolamento. Decisione legate al rigore necessario a far quadrare i conti. Niente gettoni per le conferenze dei capigruppo. Il gettone per le sedute del consiglio va dato solo per una partecipazione di almeno due ore alla seduta (tante, fino ad oggi, a due ore non ci sono nemmeno arrivate). Vita dura anche per i consiglieri che, anche con un minuto o poco più di presenza in commissione, si sono visti assegnare l’intero gettone (64 euro fino al 31 dicembre scorso, 48 dal primo gennaio). Dovranno partecipare almeno a metà riunione per ottenere il gettone. Misure di cui si discute da tempo, ma ancora mai approvate. Il 16 e 18 il consiglio comunale dovrà esitare l’atto insieme ad altri nove punti importanti. Tra questi pure il regolamento sulla situazione patrimoniale dei consiglieri e la proposta di diminuire il numero delle commissione presentata dal Pid. Poi ci sono alcuni argomenti sul tema dell’urbanistica, tra cui un progetto di insediamento turistico alberghiero a Marina. Ma c’è un punto che farà molto discutere. Nonostante la dura presa di posizione degli ambientalisti. Nonostante le inchieste, alcune pare ancora in corso, della Procura sulle concessioni in zona agricola. Nonostante i pareri degli avvocati del Comune, a Palazzo dell’Aquila si punta sulla linea del via libera alle abitazioni private in zona verde. Annunciato dal dirigente del settore Urbanistica, Michele Scarpulla, è stato approvato dal commissario un atto di indirizzo da proporre al consiglio comunale per ottenere l’ok al rilascio delle concessioni. In pratica, la civica assise dovrebbe approvare l’interpretazione delle norme del Piano regolatore generale nel senso di dare il placet a tale tipo di autorizzazioni. In premessa si legge che “Il vigente Prg… consente la realizzazione di interventi abitativi nella zona classificate F (agricole)”. A sostegno di questa tesi si porta il fatto che “neanche il dirigente che ha proposto e sottoscritto gli atti del Prg vigente, oggi in servizio presso altro Ente pubblico, opportunamente interpellato, ha memoria della benchè minima volontà del consiglio comunale di volere mutare il comportamento storico riguardante la possibilità di realizzazione di abitazioni in territorio agricolo”. La sensazione è che si voglia premere sull’acceleratore per dare il via libera all’esame di progetti di questo tipo (attualmente sospeso) senza attendere il passaggio più lungo, ma sicuramente meno rischio, della revisione del Piano regolatore in cui si potrebbe chiarire bene la norma in modo da non rischiare inchieste e dubbi interpretativi. Sarà il consiglio comunale attuale ad assumersi la responsabilità di questa sorta di interpretazione dell’articolo 48 delle norme tecniche di attuazione del Prg.
[Fonte: Giornale di Sicilia]