L’emergenza idropotabile a Ragusa ha fatto passare in secondo piano lo sfregio subito dal torrente Ciaramite, una delle perle dell’ambiente ibleo, che ha pesantemente sofferto lo scarico delle sorgenti inquinate, come dimostrato dalla moria di trote macrostigma.
Per verificare lo stato ecologico del corso d’acqua Legambiente Ragusa, che ha un presidio al romitorio nella vallata, ha avviato un percorso di monitoraggio biologico del torrente.
L’iniziativa, condotta dal Presidente dell’associazione, il Biologo Antonino Duchi, supportato da una tirocinante, la Biologa Alessandra Cascone, ed a cui collabora anche lo Speleo Club Ragusa, è già iniziata con una serie di sopralluoghi volti ad individuare i siti più idonei per l’effettuazione delle indagini.
I campionamenti, che utilizzeranno gli invertebrati fluviali come bioindicatori, mirano a delineare lo stato dell’ambiente ed a verificare le capacità del corso d’acqua di ‘recuperare’ dopo l’impatto che ha ricevuto. Un dato di estremo interesse, visto tra l’altro che il torrente è un affluente del fiume Irminio, che è Sito di Importanza Comunitaria.
Il monitoraggio ecologico si pone quindi come strumento per verificare il permanere dell’idoneità ambientale per la vita acquatica, avendo quindi obiettivi diversi, ma complementari, al monitoraggio di tipo sanitario.
Altro, ma non secondario, obiettivo è quello formativo pratico sul campo: un’attività che non sempre gli Istituti universitari permettono di compiere ai loro studenti.