Il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione: il caso di Modica

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Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge, pubblicato oggi, che sblocca il pagamento del debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese. Il Decreto in buona sostanza consente un allentamento del Patto di Stabilità per gli enti locali per consentire il pagamento di tutti quei debiti che hanno accumulato nei confronti delle imprese e che risultavano già scaduti alla data del 31 dicembre 2012. Tra le misure previste, c’è la creazione di una sorta di “fondo di rotazione” presso la Cassa Depositi e Prestiti, a cui i Comuni potranno accedere per ottenere la liquidità necessaria a pagare quei debiti, restituendola nei successivi trent’anni. I tempi sono piuttosto stretti, giacché entro il 30 aprile tutti i Comuni sono tenuti a comunicare alla Ragioneria dello Stato gli spazi finanziari di cui necessitano per sostenere questi pagamenti.

 

Tra gli enti locali maggiormente interessati da questo decreto legge, senza dubbio c’è in testa il Comune di Modica, che più di tutti gli altri negli ultimi anni ha sofferto di crisi di liquidità per il pagamento dei fornitori e che da questa importante novità normativa potrebbe non solo trarre una boccata d’ossigeno per le proprie casse, ma soprattutto concederla alle imprese del territorio che da mesi – e in alcuni casi da anni – aspettano di essere pagate.

 

Il sindaco Antonello Buscema ha assicurato che l’Amministrazione sta già studiando il decreto: “Le previsioni che vi sono contenute rappresentano per gli enti locali non una facoltà, ma un obbligo, al quale intendiamo attenerci sin da subito, ponendo in essere tutti gli atti per accedere alla procedura. È necessario innanzitutto esaminare con il massimo scrupolo il testo del decreto legge in ogni suo aspetto, al fine di individuare con assoluta certezza il tipo di creditori e la natura dei debiti per i quali è possibile beneficiare delle risorse della Cassa Depositi e Prestiti, ricorrendo poi ad un ammortamento trentennale”.

Il sindaco infatti ci tiene a “non creare false aspettative”, giacché pare che ci sia una questione niente affatto secondaria nell’interpretazione del decreto legge: “E’ necessario stabilire con certezza cosa si intende per debiti di parte capitale, di cui si parla all’art. 1 commi 1 e 8 del decreto legge: se, cioè, ci si riferisce alla sorte capitale di tutti le tipologie di debito, o a quella parte di debiti che la Pubblica Amministrazione ha contratto per finanziare gli investimenti”.

In questo secondo caso, sarebbero molti i meno i debiti “finanziabili” attraverso il ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti.

 

Se il sindaco è “prudente”, c’è chi già ieri gli ha messo fretta: è il caso dell’ex sindaco Piero Torchi, secondo cui si tratta di una “occasione irripetibile per Modica”: “Già dai minuti successivi all’approvazione del decreto si sarebbe dovuta costituire presso il Comune una task force che lavori giorno e notte per arrivare preparata, ed in tempo, alla scadenza del 30 aprile; una task force che per l’importanza delle scelte dovrebbe essere guidata direttamente dal sindaco, coordinata da un assessore al bilancio che ci auspichiamo sia presente 24 ore al giorno e tutti i giorni, fino alla scadenza del 30 aprile, ed investendo di responsabilità tutti i dirigenti comunali. Ogni minuto perso, compreso questo weekend appena trascorso, che doveva essere di lavoro per l’amministrazione, vista l’eccezionalità del caso, è un danno incalcolabile per la città, rispetto al quale non esistono giustificazioni di sorta”.

 

Sull’argomento è intervenuto anche uno dei candidati a sindaco, Marisa Giunta, lanciando invece l’invito alla trasparenza: “Ora l’amministrazione uscente ha in questi ultimi 2 mesi un’occasione unica per riportare un po’ di ottimismo in città. La nostra proposta è che l’Amministrazione in carica si preoccupi di rendere il più possibile trasparenti le modalità di pagamento nei confronti dei creditori. Chiediamo che non solo le aziende e le organizzazioni di categoria, ma tutti i cittadini (che di fatto nei prossimi 30 anni dovranno finanziare questo piano di ammortamento), siano messi nelle condizioni di conoscere il reale ammontare dei debiti, le loro scadenze, il loro stato giuridico e le spese legali che via via si sono sommate negli anni, capire come verranno trattati i debiti rinegoziati e se si potranno antergare i debiti verso coloro i quali forniscono servizi importanti per la città (tipo la nettezza urbana) al fine di dare ossigeno alle centinaia di famiglie la cui sorte è in qualche modo legata alla vita dell’ente”.

 

Ma su questo il sindaco Buscema è già stato chiaro: “Sarà interesse innanzitutto dell’Amministrazione comunicare in tempo reale alle imprese interessate quali procedure seguire. A tal proposito è necessario precisare fin da subito che il pagamento dei debiti non potrà che avvenire, secondo le previsioni di legge, in base al rigoroso elenco cronologico della loro anzianità”.

In ultimo, non è di secondaria importanza il fatto che questa procedura determinerà la necessità di un adeguamento del Piano di riequilibrio finanziario: anche questa è una buona notizia per la città, dal momento che una parte dei debiti di cui si era prevista la copertura in dieci anni potrà invece essere coperta in trenta”.