Nel corso della direttissima un albanese senza fissa dimora patteggia un anno di carcere. Si tratta di Baftjar Sina, 41 anni, che un conto con la giustizia italiana lo aveva già pagato: dieci anni di carcere per l’omicidio del connazionale Adrian Boci. Il Sina veniva condannato, nel 2004 dal tribunale di Ragusa, quale esecutore materiale del pestaggio con una spranga dell’amico massacrato a botte con l’aggravante dei futili motivi. Il cadavere era stato poi arrotato con l’auto e bruciato nel tentativo di farlo scomparire. Con lui era stato anche condannato un altro albanese complice. Scontata la pena il Sina veniva espulso dal territorio italiano e rispedito in Albania. Il 13 marzo scorso, però, i militari lo fermavano ad un posto di controllo a Donnalucata e dopo la convalida dell’arresto e la misura cautelare in carcere sottoposto oggi a giudizio direttissimo. Il Sina, comparso davanti al giudice onorario Corrado Celeste ed al vice procuratore onorario Diana Iemmolo e difeso dall’avvocato Giorgio Assenza, in aula ha raccontato di essere tornato in Italia perché nel suo paese era in pericolo di vita in quanto temeva ritorsioni da parte della famiglia del connazionale che aveva ucciso. Per un altro anno, quindi, quello della condanna applicatagli, Baftjar Sina dormirà sonni tranquilli, protetto dalle sbarre del carcere di Modica Alta.