Proseguono incessantemente le ricerche di Antonio Profetto

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Proseguono incessantemente le ricerche di Antonio Profetto, il 51enne ristoratore modicano scomparso da casa da martedì pomeriggio. Sono più di 100 gli uomini che si stanno alternando in contrada Lanzagallo, al confine tra i territori di Modica e Ispica,  a setacciare la vasta zona. Una zona molto impervia, con la vegetazione altissima, piena di grotte e cunicoli. I volontari della protezione civile, gli agenti del commissariato di polizia, la polizia municipale, la forestale, i carabinieri,  la guardia di finanza ed il gruppo cinofili stanno perlustrando la campagna da ieri pomeriggio. Anche un aereo da turismo leggero che sorvola il perimetro in continuazione. “Stiamo perlustrando la zona in ogni suo dettaglio – dichiara Giovanni Zacco responsabile della Protezione Civile – anche con l’ausilio dei rocciatori vista la difficoltà che la zona presenta. Andremo avanti fin quando la Prefettura non ci dirà di fermarci. Siamo circa 80 del nostro gruppo. Domani e dopo domani il numero crescerà sicuramente perché oggi è un giorno feriale e molti di noi lavorano. Speriamo di poterlo trovare presto e soprattutto ancora in vita”. Tra le persone impegnate nelle ricerche anche i familiari, la moglie ed i suoi dipendenti di Villa Piera, la pizzeria che da qualche anno gestiva con l’aiuto della figlia. A bordo strada la sua vecchia Nissan Micra posteggiata. Ed in prossimità dell’auto ci sono testimoni che giurano di averlo visto scavalcare il muretto allontanandosi per le campagne. A fare cosa è ancora un mistero. Le ipotesi in merito sono molteplici. Chi protende per l’insano gesto parla di guai economici legati alla sua attività che lo avrebbero spinto all’estremo. Le forze dell’ordine non scartano però nessuna ipotesi anche quella che sarebbe potuto scendere dall’auto per andare a raccogliere asparagi che abbondano in quella zona in questo periodo. Nostra considerazione: dentro l’auto ci sono ancora le sue scarpe, possibile che le abbia tolte per mettere magari quelle da trekking per non sporcarle. Antonio Profetto era nato e cresciuto da quelle parti ed era solito avventurarsi per le campagne: Questa volta avrebbe potuto avere un malore o magari scivolare e restare immobilizzato. Quello che è certo è che più passano le ore e più si assottigliano le speranze. Di lui per il momento rimane solo l’auto con dentro le sue scarpe e una park card usata alle 11 di martedì, giorno in cui ha fatto perdere le sue tracce.