Fuoco e fiamme per annientare la concorrenza. Sono stati ascoltati tre dei carabinieri e tre dei vigili del fuoco che per primi giunsero sul luogo dell’incendio del chiosco di ortofrutta. E’ iniziato il processo a carico dei fratelli Cristina e Davide Giannola, difesi dall’avvocato Carmelo Floridia (nella foto), di Luciano Basile, difeso dall’avv. Rinaldo Occhpinti, di Alex Sessa difeso dall’avv. Piero Latino, di Emanuele Scarrozza, difeso dall’avv. Platania e di Giuseppe Vaccaro detenuto nel carcere di Modica Alta e difeso dall’ avv. Ignazio Galfo. Tranne l’imputata, che deve rispondere solo del reato di favoreggiamento, tutti gli altri sono accusati di danneggiamento e di incendio del negozio di ortofrutta di Rosario Cappello, sito in via Kennedi a Pozzallo. Il Vaccaro, proprietario anch’egli di un chiosco di frutta e verdura a cui però andavano male gli affari, sarebbe il mandante dei danneggiamenti al negozio del Cappello. Il principale imputato, per portare a termine il suo disegno criminoso, ovverosia eliminare la concorrenza per migliorare i propri utili, si sarebbe servito dell’opera degli altri imputati da lui assoldati. La Cristina Giannola, dipendente del Vaccaro, è accusata di aver manomesso i filmati girati da una telecamera che registravano l’incontro fra il suo datore di lavoro ed il Basile. Due gli episodi in danno del Cappello al vaglio del collegio penale, quello avvenuto fra la notte del 27 e 28 maggio del 2011 e poi quello del 16 novembre del 2011. Due le udienze fissate: il 10 aprile per il conferimento dell’incarico al perito per lo sbobinamento delle intercettazioni telefoniche; il 12 giugno per continuare ad ascoltare i testimoni.