Una cena fra amici finita in tragedia: giovane muore a causa del macabro scherzo fattogli dall’amico alticcio. Prima udienza del processo a carico dello sciclitano Giuseppe Ficili, 47 anni, difeso dall’avvocato Matteo Gentile, che al tribunale penale deve rispondere di omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza accertata con etilometro a seguito di incidente. I fatti oggetto del processo, che si profila lungo in quanto i testimoni da ascoltare saranno una ventina, accaddero la sera del 10 di luglio del 2009 quando la comitiva di amici dell’imputato si riuniva nella sua casa di campagna per organizzare un barbecue. In aula, a rievocare la vicenda, il primo dei testimoni, il cui racconto conferma le accuse a carico dell’imputato. Il buon cibo e qualche birra quella sera contribuirono all’allegria della compagnia che decideva di concludere la riunione facendo un giro sull’autocarro del Ficili. Questi montò sul suo Fiat OM40, accanto a lui nella cabina presero posto la figlioletta, l’amico che ora è stato il primo a testimoniare ed il cognato, mentre in piedi nel ribaltabile salivano l’altro figlio e gli altri amici. L’uomo usciva dalla sua proprietà, percorreva la strada sterrata in direzione della periferia di Scicli e dopo aver fatto un tratto di strada asfaltata ritornava indietro, sempre zigzagando e a velocità sostenuta. Il testimone ha descritto un guidatore un po’ troppo allegro che, addirittura, passando vicino alla proprietà di un vicino a lui poco simpatico decideva di sfondargli il cancello finendogli addosso col mezzo. Senza curarsi del pericolo che correvano gli amici ed il figlio dello stesso che si trovavano sul ribaltabile. Anzi, proprio per mettere alla prova il coraggio dei compagni, una volta rientrato nella sua proprietà il Ficili non solo eseguiva una brusca manovra di svolta ma contemporaneamente sollevava il ribaltabile. A causa del terreno accidentato, però, il mezzo si rovesciava. Tutti gli amici, chi più chi meno ammaccato, riuscivano comunque a mettersi in salvo. Tutti meno l’appena diciottenne Salvatore Castronovo che finiva schiacciato sotto l’autocarro. Sempre secondo il racconto del testimone, il Ficili, sceso dall’autocarro e resosi conto dell’accaduto, disperato si allontanava di gran corsa per rifugiarsi all’interno della sua abitazione mentre gli altri chiamavano i soccorsi e sollevavano il mezzo per tentare di salvare il Castronovo. Per quest’ultimo, però, ormai non c’era più nulla da fare. Le parti offese, fra le quali la famiglia del giovane deceduto, si sono costituite parti offese rappresentate in giudizio dagli avvocati Rinaldo Occhipinti e Francesco Drago (nella foto).