Insegue per otto anni un “amore impossibile”: condannata dal giudice

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Innamorata ma non ricambiata. Dichiarare il proprio amore per  quello che considerava l’uomo della sua vita le è costato 200 euro d’ammenda. Questa la condanna del giudice onorario Francesca Aprile (nella foto) per l’ispicese A. M., 56 anni, finita davanti al tribunale penale dopo che l’uomo del quale si era perdutamente invaghita, stanco di essere perseguitato, l’ha denunciata. La storia di questo amore impossibile, comincia nell’estate del 2000, quando la donna venne  invitata a cena da amici che soggiornavano nel villaggio turistico Marispica. Quella sera, A.M., notò L.A., che nel ristorante faceva il cameriere. Per la donna fu il classico colpo di fulmine. Da subito però si rivelò una relazione impossibile, in quanto l’uomo, contattato l’indomani, correttamente e senza mezzi termini la informò del fatto che fosse felicemente sposato e padre di famiglia. Chiarezza che avrebbe dovuto smorzare ogni tipo di aspettativa. Evidentemente A.M., invece, decise che nulla e nessuno l’avrebbe fatta desistere dalla conquista dell’ ”amore della sua vita”. Per ben otto estati, dal 2000 fino al 2008, e durante i sei mesi nei quali L.A. prendeva servizio nella struttura alberghiera, insomma, in ognuno di quei giorni, A.M. non ha mai smesso di sperare di conquistarlo. Recapitandogli biglietti pieni di mielose dichiarazioni d’amore, facendo anche fino a 20 telefonate al giorno alla reception e chiedendo di lui. Pedinandolo e facendogli appostamenti. Insomma, attuando una vera e propria persecuzione. Comportamenti che cessavano solo dopo la denuncia dell’uomo.