Un confronto chiaro, schietto e soprattutto proficuo.
L’ing. Chiarina Corallo, direttore del Dipartimento della Protezione Civile di Ragusa, ha incontrato i gruppi culturali di Scicli, per rendicontare sullo stato dell’arte dei lavori di messa in sicurezza della chiesa di San Matteo.
Due ore di dibattito, corroborato dalle diapositive sugli interventi in corso, alla fine delle quali si è convenuto che il Dipartimento terrà conto delle recente acquisizioni degli studiosi, non ultime quelle del sacerdote don Ignazio La China.
Uno dei momenti qualificanti dell’attuale messa in sicurezza, che sta costando un milione 600 mila euro, il recupero della cappella San Nicola di Mira, sulla navata destra della chiesa, e il sottosagrato della chiesa, in cui erano custoditi gli ossari dei morti della peste del 1837.
Purtroppo, l’intervento del 1986, di ricostruzione del tetto con cemento armato, è diventato irreversibile. Se si demolisse la parte in cemento armato, verrebbe già anche l’architettura in muratura. Ciò significa che si può operare la messa in sicurezza e non il consolidamento sismico.
Il colonnato della chiesa è fuoripiombo, e per tale ragione si opereranno delle tirantature, delle iniezioni di rinforzo, oltre alla risarcitura delle lesioni, alla sostituzione parziale della copertura.
Saranno rispristinati gli infissi, gli intonaci, parzialmente anche la pavimentazione, e le aree esterne con percorsi.
Nel retro della chiesa, grazie ai lavori, è emersa addirittura l’antica torre campanaria. Crollata col terremoto del 1693.