Parenti serpenti: a processo due coniugi che “spillarono” soldi agli zii per aprire un’attività

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Parenti serpenti: truffano gli anziani zii portando loro via 140 milioni delle vecchie lire. Sono comparsi davanti al giudice onorario Francesca Aprile i coniugi modicani G.F. e V.G. per rispondere del reato di truffa aggravata nei confronti degli zii F.M. e A.C., quest’ultimo deceduto. I due imputati avrebbero cominciato a spillare soldi alla coppia senza figli nel ’98, quando si facevano consegnare i primi 70 milioni per aprire una macelleria a Modica. Non pago, il nipote, per farsi consegnare altri soldi, instillò nello zio il dubbio sulla bontà della moglie insinuando che quest’ultima fosse più interessata al denaro del coniuge che non allo stesso. Tanto fece, insomma, che lo convinse a prelevare dal conto che aveva in comune con la moglie altri 70 milioni di lire. Somma  che veniva versata su un nuovo conto, aperto presso la filiale di Frigintini della Banca Agricola di Ragusa, intestato però alla coppia di nipoti. E investiti in titoli con scadenza decennale. I due però, evidentemente, non avevano fatto i conti con l’affetto vero che legava i due zii, perché nel 2003 A.C. confessa alla moglie quanto”ordito”coi nipoti alle sue spalle. La signora F.M. quindi, per recuperare il recuperabile, decide col marito di invitare a casa i nipoti per registrare, naturalmente a loro insaputa, la veridicità dei fatti in merito ai 140 milioni consegnati nelle loro mani. Dopo aver ottenuto dalla viva voce dei nipoti la conferma sulla fine del denaro, partiva nei loro confronti la denuncia per truffa. Oggi, in aula, il vice procuratore onorario Diana Immolo ha ascoltato in qualità di teste un impiegato della banca dove i due nipoti presunti truffatori si aprirono il conto. Proprio il fatto che avessero investito la somma in titoli e buoni del tesoro decennali, con scadenza al 2008, ha fatto si che il reato non si prescrivesse. Nel corso della prossima udienza verrà ascoltata in aula la registrazione della fatidica conversazione intercorsa fra le parti e dalla quale si evincerebbe la truffa. I due imputati sono difesi dall’avvocato Giuseppe Pellegrino.