Processo per tentata estorsione: in aula i testimoni

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Una vecchia storia di usura riemerge dal passato. Gli ispicesi Nicolò Bufardeci, 72 anni ed i due figli Salvatore 38 anni e Claudio 36, devono rispondere del reato di tentata estorsione in danno del concittadino F.G. 60 anni, costituitosi parte civile rappresentata dall’avvocato Franco Rovetto (nella foto). I fatti all’attenzione del collegio penale, giudice Antongiulio Maggiore a latere Francesco Chiavegatti e Vincenza Rada Scifo, sarebbero accaduti fra novembre 2004 e gennaio del 2005 quando Bufardeci padre chiedeva a F.G. il pagamento di circa seimila euro prestatagli quasi un decennio prima. A dar man forte alla richiesta del padre, con insistenti offese, minacce e violente vessazioni, intervenivano Salvatore e Claudio.  F.G. non solo si opponeva alla richiesta ma denunciava il terzetto. In effetti, per tale somma prestata a tassi usurai nel ’96  Bufardeci padre era stato processato. Nel ’99 la vicenda si concludeva con un accordo fra le due parti: Bufardeci nulla avrebbe più preteso da F.G. se quest’ultimo avesse  rinunciato alla costituzione di parte. E così è stato fino al 2004 quando, invece,  Bufardeci padre ed i due figli, difesi dall’avvocato Salvatore Rustico  ritenendo cessata la validità dell’accordo, sono tornati alla carica battendo cassa alla porta di F.G.  A rispondere alle domande del pubblico ministero questa volta è toccato alla moglie del Bufardeci che ha detto di non essere a conoscenza dei fatti e di non aver né sentito né visto nulla di attinente con le accuse delle quali il marito ed i due figli si trovano a rispondere. Il procedimento proseguirà il 22 luglio con l’ascolto di altri testimoni.