Vittoriese “in trasferta” a Modica, rifiuta un controllo della Polizia

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Ha rischiato di essere incriminato per false dichiarazioni rese ad agente di polizia giudiziaria perché non ricordava bene quanto riferito a suo tempo ai poliziotti. Si tratta di un giovane vittoriese sentito in qualità di testimone nel processo a carico dell’amico e concittadino Marco Raniolo. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Angelo Iemmolo, deve rispondere al Tribunale penale, giudice onorario Francesca Aprile, del reato di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti in questione sarebbero accaduti  a Modica la sera del 12 febbraio 2010 quando ’imputato accompagnò l’amico vittoriese che doveva incontrasi con una amica modicana. L’appuntamento era nelle vicinanze del campo sportivo dove la donna arrivò con la propria auto sulla quale salì il ragazzo. Appartatasi la coppia, il Raniolo rimase ad spettare in macchina. Di lì a poco gli si avvicinò un uomo che, sospettoso, gli chiese cosa stesse facendo. Lo stesso che, verosimilmente, avrebbe avvertito la volante che, dopo una decina di minuti, spuntava e operava il controllo sui due giovani trentenni. La ragazza , infatti, nel frattempo era rientrata a casa propria. A causa delle resistenze del Raniolo a fornire le proprie generalità, i due agenti di polizia finivano per portare entrambi i giovani in commissariato. E a denunciarne uno all’Autorità con l’accusa, appunto, di resistenza a pubblico ufficiale. Sentita oggi anche la ragazza, il processo proseguirà il prossimo 15 ottobre.