Il mare nero di Cava d’Aliga

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E’ tornato l’incubo inquinamento nei nostri mari. Da Marina di Modica a Marina di Ragusa il mare è diventato un’enorme chiazza di colore scuro, tra il marrone e il nero. Sulla spiaggia e sugli scogli schiuma di colore grigiastro e un odore nauseabondo. Uno scempio ecologico, un attentato compiuto ancora una volta contro quella che è la nostra principale risorsa, il mare. Le prime segnalazioni sono giunte questa mattina nella sede operativa della Capitaneria di Porto di Pozzallo. I militari hanno subito inoltrato la segnalazione ai tecnici dell’Arpa ed insieme hanno fatto un sopralluogo lungo la fascia interessata rilevando che effettivamente il problema ha assunto dimensioni considerevoli. L’Arpa ha effettuato i prelievi per stabilire l’entità dell’inquinamento e cercare di risalire alla probabile origine. Fino a quel momento difficilmente gli uomini della guardia costiera si sbottoneranno. Interpellati telefonicamente hanno confermato questo silenzio stampa. In serata o al massimo lunedì comunicheranno la loro posizione ufficiale con, si spera, i risultati delle analisi. In attesa di questi risultati possiamo solo formulare ipotesi. Vedendo le immagini ci sentiamo di scartare a priori la più ottimistica, cioè che si tratti solo di una grande quantità di sabbia smossa dalle forti correnti marine di questi giorni. Si tratta di liquami, su questo ci sono pochi dubbi. Ora bisogna stabilire la provenienza. Fognatura o idrocarburi. Con quest’ultimo caso che pare quello più verosimile. Difficile pensare infatti ad un inquinamento di nature organica così vasto. Quindi rimane l’ipotesi petrolifera. La schiuma grigiastra sull’arenile ha già fatto la propria comparsa altre volte. Dai rilievi dell’Arpa è stato accertato ogni volta che si trattava di materiale di risulta dalle pulizie delle stive delle petroliere. Ma anche qua però le dimensioni non coincidono. Che dimensioni dovrebbe avere una petroliera per poter inquinare chilometri e chilometri di costa? E allora da dove arriva questa melma maleodorante? Potrebbe essere uno sversamento della piattaforma petrolifera? Una perdita nella stiva di qualche petroliera? O che altro? Tutte domande pertinenti che purtroppo non sappiamo a chi rivolgere visto il segreto istruttorio. Non ci resta che aspettare e contemplare l’ennesima violenza dell’uomo sulla natura.

 

Intanto il sindaco di Scicli, Franco Susino, comunica che “nel tardo pomeriggio di oggi l’Arpa di Ragusa ha reso noti i risultati delle analisi prontamente compiute”: “Non si tratta di inquinamento da idrocarburi, come temuto in un primo momento, ma di residui organici prodotti dal mare: sabbia e limo. La violenta mareggiata ha prodotto questo risultato visivo di grande impatto ma di nessuna pericolosità”.