Colpo di scena nel processo a carico degli otto imputati accusati della morte del piccolo Giuseppe Brafa, delle gravi lesioni riportate dal minore C.P. e delle gravissime lesioni riportate dalla ventottenne turista tedesca M.S.M.. L’avvocato Enrico Trantino, rappresentante della famiglia del piccolo Giuseppe, costituitasi parte civile, ha chiesto al pubblico ministero Alessia La Placa di contestare ai tre veterinari dell’Asp di Ragusa, Saverio Agosta, Antonino Avola e Salvatore Calvo, e all’ex sindaco di Scicli Giovanni Venticinque l’aggravante di cui al comma 4° dell’art.589 del codice penale, che contempla l’aggravamento della la pena se il fatto provoca la morte di uno e le lesioni gravi di altri. Eccezione accolta prontamente dalla dottoressa La Placa. Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati altri sei dei sessanta testi che, man mano, stanno chiarendo i luttuosi fatti accaduti il 15 di marzo del 2009 in località Pisciotto a Scicli. Quel giorno i due piccoli modicani G.B.M. e C.P. venivano aggrediti, il primo mortalmente, da una muta di cani. Qualche giorno dopo, la stessa canea aggrediva e feriva in modo gravissimo e irreversibile la turista tedesca mentre faceva jogging lungo la spiaggia che porta alla fornace bruciata. I cani, che si pensava fossero dei randagi, in realtà appartenevano allo sciclitano Luigi Virgilio Giglio, 68 anni, accusato appunto di omicidio colposo aggravato. La stessa muta, già nel settembre dell’anno prima aveva aggredito, ma in maniera lieve, altre persone. Tanto che, a seguito di quegli episodi, erano stati disposti dei controlli sanitari e veterinari presso l’abitazione del Giglio. Costui viveva in condizioni indicibili, attorniato dai suoi circa sessanta cani. In quella occasione erano state prese delle misure precauzionali che si rivelavano inutili. Evidentemente, nessuno dei responsabili a vario titolo, aveva percepito la gravità della situazione ed il pericolo incombente. Il processo proseguirà il prossimo 29 maggio.
