Da più di 24 ore si parla della mozione passata a Palermo che impegna il governo regionale a diversi adempimenti per il Magliocco, compreso quello di intervenire economicamente per altri tre anni, nei costi Enav. Un po’ sottogamba invece, è passato l’atto di indirizzo del ministro Passera a danno dell’aeroporto di Comiso e di altri aeroporti nelle stessa situazione. Ecco, secondo il ministro, che fine avrebbe dovuto fare una struttura costata 46 milioni di euro, per la quale la regione ha già erogato 4,5 milioni per le spese dei controllori di volo. L’atto d’indirizzo: 1) reputa opportuno procedere alla progressiva dismissione di quote societarie da parte degli enti pubblici e favorire l’ingresso di capitali privati; 2) favorisce anche la costituzione delle cosiddette reti aeroportuali, gestite da un unico soggetto, al fine di conseguire vantaggi sul fronte della differenziazione e specializzazione di ruolo nel servire lo stesso territorio con infrastrutture dedicate per tipologia di traffico (es: low cost, cargo, charter e distribuzione stagionale del traffico) e dell’ottimizzazione nell’acquisizione di servizi e beni da parte di fornitori terzi con economie di scala a beneficio di tutti gli aeroporti in rete; 3) favorisce la ridefinizione delle risorse umane e finanziarie destinate ai servizi antincendio, ai controlli di sicurezza e doganali e ad altre tipologie di servizi; 4) consente la modifica del servizio di controllo aereo passando da un servizio di torre ad un servizio di AFIS (Servizio Informazioni di Volo Aeroportuali) negli aeroporti con scarso traffico commerciale. In breve, secondo questo atto di indirizzo, il Magliocco sarebbe dovuto essere privatizzato, utilizzato solo per compagnie di charter, quindi con turismo stagionale e non stanziale, ed infine, con l’utilizzo del sistema AFIS (comunicazioni via radio e non gestite dalla torre di controllo) che la maggior parte delle compagnie aeree scongiurano. Detto questo, assume una valenza ancora maggiore la mozione presentata ieri e votata all’unanimità all’assemblea regionale, ma soprattutto avallata da tutta la deputazione iblea.