Derubava la ex fidanzata: sciclitano a processo in contumacia

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Si è svolta ugualmente la prima udienza del processo a carico dello sciclitano Ignazio Carbone, 46 anni, nonostante il suo difensore, l’avvocato Francesca Spadaro, avesse chiesto un rinvio in quanto l’imputato per motivi di salute non poteva presentarsi davanti all’Autorità. Ma proprio il giudice penale Antongiulio Maggiore ha ritenuto di procedere ugualmente nei confronti del Carbone, accusato dei reati di furto in abitazione, appropriazione indebita, violenza privata, molestie telefoniche e disturbo. Non è mancata alla citazione, invece, la parte offesa Rosalinda Arrabito che, costituitasi parte civile rappresentata dall’avvocato Simone Venuti, ha reso testimonianza raccontando i fatti dei quali si sarebbe reso colpevole il Carbone e che sarebbero accaduti il 20 maggio del 2009, allorquando, al colmo dell’esasperazione e dopo l’ennesimo furto, la Arrabito denunciava il Carbone di essersi appropriato di 2.000 euro in contanti e di un computer portatile nuovo di zecca sottratti dalla sua abitazione. La parte offesa, dal settembre 2007 al giugno del 2008, era stata fidanzata col concittadino coetaneo ma lo aveva lasciato proprio perché, essendosi accorta che spesso le mancava del denaro da casa o dal portafogli, lo riteneva inaffidabile. Circostanze che il Carbone naturalmente negava. Una volta scaricato, però, l’uomo rifiutava di restituire le chiavi di casa all’ex fidanzata. Non solo. Cominciava anche a perseguitarla telefonicamente, a pedinarla, a supplicarla insistentemente di tornare insieme. A controllare chi frequentava. La goccia che fece traboccare il vaso fu proprio il furto del denaro e del computer avvenuto, appunto, la sera del 20 maggio del 2009 quando la donna si trovava fuori casa con amiche. Un furto senza effrazione.  Ecco allora che i sospetti si addensarono immediatamente sull’ex fidanzato, che ancora aveva con sé le chiavi dell’abitazione dell’amata. Sospetti avvalorati dal fatto che il Carbonaro, lo stesso pomeriggio del furto, tramite un amico comune, s’informava su come avrebbe trascorso la serata l’ex fidanzata. Circostanza, quest’ultima, confermata dallo stesso testimone in aula. Il processo, comunque, è stato rinviato perchè il vice procuratore onorario Veronica Di Grandi, stando la gravità dei fatti, vorrebbe studiare meglio gli atti e, probabilmente, riformulare le accuse aggiungendo in capo al Carbonaro anche l’art. 612 bis, ovverosia l’accusa per stalking.