ROMA. Uno, due, tre, cento saluti d’onore per altrettanti porporati che alla spicciolata sono entrati da piazza del Sant’Uffizio. Ma poco prima delle 17, l’ora d’inizio della Congregazione generale di oggi, c’è stato un attimo d’incertezza tra le due Guardie Svizzere in servizio all’ingresso alla Porta Santa Marta. Una Fiat Punto nera, piuttosto malconcia, si avvicina per entrare nel cortile antistante l’aula Paolo VI, dove nella sala del Sinodo di riuniscono i cardinali, elettori e non. Uno scambio di sguardi, un po’ increduli per la verità, e poi il saluto, anch’esso d’onore. Era un cardinale decisamente meno formale di qualcun altro, come Sepe, arcivescovo di Napoli, giunto con un’auto di grossa cilindrata. Una semplice utilitaria, nuova e pulita però, ha accompagnato il cardinale di Palermo, Paolo Romeo, arrivato quasi allo scoccare delle 17. Con “numeri” da giro d’Italia ha stupito tutti, giornalisti e folla di curiosi, l’anziano arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin. Ormai abituati al suo inusuale, almeno per un membro del club più esclusivo del mondo, mezzo di locomozione, i presenti ne hanno lodato le doti da corridore. In sella alla sua spartana bicicletta, ha rallentato giusto un attimo davanti la cancellata e poi è sfrecciato dentro. Si andava di corsa, questo pomeriggio, per decidere la fatidica data: s’inizia a votare martedì. La dovevano comunicare alle 19, forse, aveva precisato padre Lombardi della Sala Stampa Vaticana. Ma hanno fatto presto, un’ora prima all’annuncio: si vota da martedì. Messa in mattinata a San Pietro, nel pomeriggio tutti in Sistina. Il Cerimoniere scandirà l’extra omnes. Fuori tutti, eccezion fatta – si spera – per lo Spirito Santo. “Che li assista davvero”, ripeteva a mo’ di litania un’anziana fedele, prima di aprire il suo logoro ombrello per dirigersi verso casa.