Stavolta in strada ci saranno i Forconi di Mariano Ferro e gli autotrasportatori dell’Aias di Giuseppe Richichi. In strada, in tutte le strade della Sicilia, a partire dalla mezzanotte tra domenica e lunedì. Da quel momento si andrà avanti a oltranza finché non ci saranno risposte.
“Ma cominciamo in modo morbido – rassicura Mariano Ferro – e non costringiamo nessuno. Chi vuole lavorare, lavori pure. Anche se tra chi è contro lo sciopero dovremmo distinguere chi è costretto a lavorare perché non sa più cosa portare a casa da mangiare e da bere, e i furbi che invece continuano a lucrare sul lavoro degli altri. Comunque noi ci saremo, staremo sulle strade a fare sensibilizzazione con volantinaggi e manifestazioni, e andremo avanti a oltranza”.
La tensione è già alta e Ferro fa sapere che le Questure hanno manifestato non poche preoccupazioni, arrivando a non autorizzare alcuni dei presidi per i quali i Forconi hanno fatto richiesta: “Il problema – dice – è che in Italia c’è un sistema che sta crollando e qualcuno ha paura che crolli sotto i colpi di una popolazione arrabbiata. Ma non è impedendo il diritto di manifestare che si risolverà il problema, anzi bloccare l’esigenza di protesta genererà una reazione uguale e contraria. Stiamo comunque cercando delle mediazioni: siamo tutti persone di buon senso”.
Insomma, la protesta va avanti. Due o tre settimane, poi – lascia intendere Ferro – si potrebbe passare alle maniere più forti.
”Abbiamo una economia siciliana totalmente in ginocchio – dice Mariano Ferro – e non si può più aspettare. Siamo in un momento di crisi straordinaria e dunque ci vogliono provvedimenti straordinari sennò qui siamo destinati a morire. Quello che chiediamo è la possibilità di vivere e guadagnare. Uno dei punti più importanti è la protezione dei prodotti siciliani dalle contraffazioni: c’è ancora chi per mestiere cerca di fregare i contadini o i piccoli imprenditori agricoli, questo lo sanno tutti ma nessuno fa nulla per impedirlo”.